Discussione: una ruga
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Vecchio 18-10-2009, 00.56.28   #1
filoumenanike
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Predefinito una ruga

Una mattina mi guardo allo specchio e vedo una piccola ruga che ieri non c'era, mi osservo meglio, il volto è stanco, senza trucco rivela i suoi anni, guardo quel volto strano, non mi riconosco, sembra quasi il volto di mia madre, mi sento improvvisamente vecchia, faccio il conto del tempo passato, il giorno della laurea, i programmi di studio, l'entusiasmo di essere indipendente, di avere la mia famiglia, orizzonti lontani, affascinanti nella loro semplicità, sogni di ragazza innamorata della vita.
Esco per le vie del Castello, è quasi vuoto, i giovani, le giovani coppie se ne sono andate in città, cammino e ogni via mi ricorda la presenza di qualcuno che non c'è più, ascolto le loro voci ma sono lontani, sono in movimento ma solo dentro di me, abitano e vivono ancora con me.
Francesco, il grande viaggiatore, serate passate accanto al fuoco ad ascoltare il racconto dei suoi viaggi, la felicità di sapere che avrei viaggiato anch'io, sarei andata alla scoperta del mondo, avrei visto da vicino la grande Grecia, Parigi, Mosca, il Nord lontanissimo e buio.
Sotto la torre Maurizio, la guida alpina, con lui quanti sentieri di montagna, le Alpi più belle, il piz Boè, l'alta via delle Alpi, il Crozòn, il Montasio, la Vetta d'Italia...fiori e orizzonti, che bello|
Di là, a destra della Torre, Renzo, il grande ricostruttore, veniva da Roma, portava qualche pezzo raro, una colonna romana, delle lance medievali, e soprattutto portava dietro la sua grande solitudine, i suoi errori di uomo che aveva lasciato crescere in un orfanotrofio il figlio illegittimo della moglie che, pur di crearsi una posizione in quei lontani anni cinquanta, lo aveva sposato rinunciando al figlio.
Nel vicolo che scende sotto le antiche mura, Sergio, un pittore mio coetaneo, tipo gentile e mite, artista nel cuore, restauratore di tutte le cose belle del passato, Sergio un amico da sempre che amava riprodurre quadri famosi e farne di suoi talmente veri e così semplici.
Sono sola, la giornata è splendente, con me solo Virgola, la lagottina sfortunata che raccogliemmo da piccola in una cantina abbandonata, storie senza fine, voci, volti, suoni che rimbombano nella testa o nel cuore, laggiù vedo mio padre che sale le scale con passo lento ed elegante, mi vede e sorride, mi sorride sempre quando mi incontra e io lo saluto come fosse da tanto tempo che non lo vedo, dietro di lui i genitori di mio marito, ridono alle battute di mio padre, ma che posto strano hanno scelto questi ragazzi per vivere, un castello scomodo, senza macchine, senza negozi...ora tutto è silenzio, loro non ci sono più, papà continua a sorridermi, è sempre felice di vedermi ed io sto qui fra questi vicoli e sono sola.
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