Discussione: L'immortalità
Visualizza messaggio singolo
Vecchio 27-11-2009, 20.49.40   #123
stella
Organizza eventi
 
L'avatar di stella
 
Data registrazione: 09-04-2006
Messaggi: 2,233
Predefinito

San Paolo, nella sua Lettera ai Galati, afferma: "Non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me"(Gal 2,20).
Questo significa che l'attore è Cristo che con il suo Spirito compenetra le persone e le trasforma facendole diventare nuovi individui, infatti non si mette il vino nuovo nelle botti vecchie, quindi in Paolo c'è un "io" nuovo che lo fa uscire dal suo isolamento facendolo partecipare a qualcosa di più grande, inoltre in questo modo viene a far parte del suo corpo (quello di Cristo) e partecipa della sua resurrezione.
Perchè è un Cristo vivo che vive attraverso ogni individuo che accoglie il suo Spirito, e chi ha questa esperienza diventa una persona nuova perchè non potrà più fare le azioni di prima, ma finalmente agisce in conformità con quella che è la volontà di Dio, e il suo nome sarà nel libro della vita.

Citazione:
Originalmente inviato da Elohim
L'attore sarebbe l'essere con coscienza, il regista il Dna. Da questo binomio il risvegliato, cosciente di sè, colui che fa azioni buone e positive e quindi meritevole della vita eterna.
Nella tua interpretazione non vedo come il Dna (in quanto regista) potrebbe avere una coscienza (attore) che gli fa compiere azioni buone e positive, per esempio se io fossi un malvagio e opererei sul Dna per creare mostri malvagi, non vedo come questo Dna possa redimersi da solo creando coscienze positive, casomai arriverebbe ad autodistruggersi...
E anche ammettendo che ciò possa accadere, cioè far nacere una coscienza positiva che lo porterebbe all'immortalità, con quale criterio il regista deciderebbe chi ne è degno, se prima nessun essere aveva la possibilità di redimersi e di risvegliarsi...
stella non è connesso