Citazione:
Originalmente inviato da Uno
Ho dimenticato di evidenziare una cosa, nel primo caso abbiamo paura, nel secondo no anche se con il senno del poi il rischio è più alto.
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Nel primo caso abbiamo paura perchè basta che sbagliamo l'equilibrio, che ci sbilanciamo un po' e precipitiamo. Questo mi dice che possiamo affacciarci sull'abisso ma senza perdere l'equilibrio, l'attenzione ci fa stare all'erta e il piede indietro mi dice che al primo cedimento possiamo retrocedere poggiandosi proprio su quel piede che è rimasto indietro per equilibrare l'altro.
Nel secondo non abbiamo paura perchè vediamo una solida ringhiera davanti a noi, e questo mi dice che spesso non basta la valutazione di ciò che vediamo per fidarci, se non ne proviamo prima la resistenza, cioè se non la sperimentiamo fino a essere sicuri che possa reggere.
Ma in questo esempio ci fidiamo di ciò che vediamo e che ci immaginiamo sia messa lì apposta per farci affacciare sull'abisso senza pericolo di cadere.
Quindi non serve più tenersi in equilibrio, anzi è pacifico che ci poggieremo con tutto il peso e senza paura.....
Questa situazione è allo stesso livello di rischio della prima anzi di più, perchè eliminando la paura siamo senza difesa.
La morale che ne posso trarre è quella di non appoggiarci su ciò che non abbiamo sperimentato offrire la giusta resistenza e che possa reggere il nostro peso.
E anche che guardare nell'abisso è sempre pericoloso, l'unico sistema sarebbe proprio quello di non appoggiarsi alla ringhiera se non la si conosce bene e quindi mantenere sempre l'equilibrio nostro senza spostarlo su altro che non è stato prima testato e sperimentato da noi.
In altre parole, è la paura che ci fa da freno...