Discussione: Ospitalità
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Vecchio 08-01-2010, 03.03.31   #3
griselda
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Originalmente inviato da filoumenanike Visualizza messaggio
Mi domando spesso cosa sia l'ospitalità, quella capacità di invitare nella propria casa amici o parenti e farli sentire a loro agio.
Quando vado a casa di mia sorella che è più giovane di me, spesso avverto un senso di disagio, mio cognato, un ragazzo affettuoso e gentile con cui andiamo spesso in vacanza insieme, è come se fosse un altro, si chiude in se stesso, parla poco, è preoccupato di gestire il pranzo, le varie faccende necessarie per una buona riuscita del pasto...si perde così quella spontaneità che aiuta a farci capire se siamo ben accetti o no!
Eppure quando vengono da me invadono tutta la casa, si sentono a casa loro, cucinano quello che vogliono, improvvisano giochi o guardano in tv qualche film o leggono, tutto senza ombra di problemi!
Che cosa impedisce di farmi sentire bene da loro, senza la continua preoccupazione di essere inopportuna? è colpa mia o esiste veramente un grado di poca ospitalità?
Ti porto due miei punti di vista che non è che siano la verità ma solo due modi di vedere.

Parto dal presupposto che non siamo tutti uguali e quindi il nostro comportamento è diverso.

Se io ad esempio vivessi un senso di inferiorità, oppure avessi paura di sfigurare proprio per la diversità che noto tra voi e noi sarei agitata e mi sentirei sotto esame perchè nel raffronto che potrei fare dentro di me mi vedrei sempre inferiore e avrei paura di mancare verso di voi che per me siete dei miti dell'ospitalità.

Altro punto di vista.
Siccome io mi ritengo un ospite eccezionale ecco che mi aspetto che gli altri siano alla mia altezza e si comportino come me.

In tutti e due questi comportamenti c'è una mancanza di vivere il momento per quello che è senza farcelo rovinare dalla mente che fa paragoni che cerca quello che non c'è.

L'ospitalità credo che sia soggettiva come per tutto il resto.
Anche essere generosi all'inverosimile per poi aspettarsi la stessa cosa non va bene. Si dovrebbe dare per il piacere di dare, perchè si è in un certo modo non perchè si deve dimostrare qualcosa. Ma sopratutto se viene spontaneo e non è ricercato per ottenere qualcosa che non sia il piacere di ospitare.

L'ospite una volta era sacro, i viaggi erano una cosa rara e i viaggiatori pure, avere un ospite in casa voleva dire novità, aggiornamenti, si faceva in modo che si trovasse come a casa sua in modo che potesse desiderare di tornare, per far si che lo scambio fosse proficuo per entrambi, anche se in modo diverso accresceva entrambi.
Per ora non mi vengono altri punti di vista.
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