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Vecchio 23-01-2010, 14.16.47   #23
nikelise
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Per comodità espositiva avevo preso in considerazione solo ragione e sentimenti, in realtà per approfondire il discorso dobbiamo metterci anche l'impatto corporeo.
L'ordine corretto è che ogni cosa, persona, idea etc.. che incontro prima dovrei "assaggiarla" con un sensazione corporea, poi passarla ai sentimenti e infine alla ragione.

Al corpo arrivano dei segnali precisi ma non definibili (almeno a prima vista) mentalmente confusi, se tocchiamo una cacca o una gelatina appiccicosa ad occhi chiusi (quindi la mente non può prevenire il tocco) abbiamo una sensazione di ribrezzo, percepiamo che non ci piace toccare quella cosa.
Non ci piace... è già in qualche maniera entrato in gioco un senti-mento, cioè sentire per la mente, solo dopo questi stadi possiamo con la ragione cercare o riuscire a capire perchè proviamo il ribrezzo e perchè non ci piace toccare la cacca. Razionalmente potremmo scoprire che igienicamente non ci conviene toccare quelle cose, potrebbero portarci a contatto con dei batteri etc..

Dopo che ne abbiamo fatto esperienza non occorre che tocchiamo la cacca sempre, sappiamo già tutto, ma la prima volta da bambini: hai voglia che i nostri genitori ci abbiano detto di non toccarla.
Se li avessimo ascoltati oggi razionalmente, con la ragione, non la toccheremmo, però perchè ci fidiamo dell'esperienza altrui.
Ora non sto dicendo che di tutto occorre far esperienza diretta, non ho bisogno di buttarmi dal 10 piano per sapere che nella migliore delle ipotesi mi farò molto ma molto male.
Però ci sono cose che vanno per forza sperimentate per proprio conto e la sequenza corretta (sequenza a volte talemente veloce da non poter distinguerne il senso di marcia) è quella sopra descritta. In caso contrario, se per esempio si cerca di percepire qualcosa che ci impatta da fuori con la ragione, non stiamo assaggiando la realtà, ma la nostra personale realtà poco, se non nulla, influenzata dalla realtà oggettiva.
La nostra personale realtà è come un bacino di acqua, se ha modo di scorrere con fiumi che entrano è acqua calma e ricca di vita, ma se è chiusa e stagna diventa velenosa e se noi ci alimentiamo solo di quella....

Vorrei anche sottolineare la parola "apprendere" che come noterete è molto vicina alla parola "rapprendere".
Si potrebbe metaforicamente dire che il corpo riceve segnali che potremmo paragonare al latte, ai sentimenti passa un formaggio morbido tipo uno stracchino, alla ragione arriva un parmigiano.

Possiamo dire di aver fatto esperienza dei latticini solo dopo aver compiuto il ciclo. Se mangio parmigiano e solo parmigiano tutti i giorni le cose non andranno tanto bene e come si diceva sopra mi avvelenerò in qualche maniera.

Alla luce di quello detto fin qui, allora che cosa è credere?
Credere con la C maiuscola è fare l'esperienza completa, poi c'è il credere bigotto che si ferma alla sensazione corporea o arriva al massimo ai sentimenti e si fida della ragione altrui (che però potrebbe anche essere manipolatrice) e poi c'è il non credente che usa solo la ragione, di fatto non facendo esperienza e chiudendosi nel proprio mondo mentale che con il tempo lo avvelenerà.

Il discorso non è teso/limitato al discorso religioso, qualsiasi credere e sperimentare della vita è coinvolto in queste cose. Il discorso non è neanche finito, ma il post è già lungo...
Provo a legare quello che dice Uno con una mia recente esperienza.
Dovevo prendere una decisione , dovevo scegliere una linea di condotta .
Il problema era noto in tutti i suoi aspetti e a tavolino , da solo , tra me e me ho sondato pro e contro di tutte le linee possibili :
a) non mi sposto perche' per me e' cosi' ed era effettivamente cosi';
b) faccio quello che mi viene chiesto contraddicendo la mia posizione da sempre tenuta , cosi' tutto sarebbe stato al momento risolto ;
c) sposto la mia posizione ma giustifico il mio movimento con esigenze altrui , esistenti realmente , che mi obbligano allo spostamento .
Avevo deciso per la a) ma all'incontro decisivo , quando stavo davanti ad altre persone e discutevo , qualcosa e' cambiato ed ho scelto per c) in una frazione di secondo .
Qualcosa era cambiato , non so cosa mi ha fatto cambiare idea , niente di nuovo , niente che non fosse conosciuto prima .
Pero' in una frazione di secondo la mia scelta a tavolino a) del tutto aderente ai fatti e coerente quindi logica e sentimentalmente MIA , e' sembrata sbagliata , eccessiva , inadeguata rispetto al problema da risolvere e alle conseguenze sulle persone che avevo di fronte .
Col senno di poi e' stata la scelta giusta .

Allora voglio dire non serve riflettere a tavolino , non serve affrontare le cose con passione, si e' sempre comunque a rischio d'errore ,
la cosa che serve di piu' , anzi che fa pendere per una decisione o l'altra e' SOLO quel toccare le cose come dice Uno con le mani , quell'entrarci con i sensi , tutti i 5 sensi ed anche il sesto .
Prima e' come parlare di quello che succede ad Haiti dopo aver letto il giornale .

Se cosi' e' sempre e lo e' , immaginate quante volte , quasi tutte , parliamo a sproposito inutilmente se nei fatti non ci siamo calati in tutto e per tutto .
Ma non basta ancora, quando ci siamo calati nelle cose a volte manca il sentimento a volte la ragione a volte tutte e due..... .

Ultima modifica di nikelise : 23-01-2010 alle ore 14.18.59.
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