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Vecchio 24-01-2010, 14.24.09   #27
griselda
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Sono un po' di giorni che cerco di mettere insieme quello che penso su questo argomento, e devo dire che ho trovato difficoltà a calare la teoria nel pratico, cioè non so bene se ho allacciato perfettamente quello che ha detto Uno su ciò che avvelena anima e ragione, spero che si possa espandere per meglio comprendere il tutto. Io ho provato a dare risposta guardando dentro di me.

Io credo di esserci razionalmente sul punto che per poter credere a qualcosa veramente, bisogna averla sperimentata. E per sperimentata si intende che è stata assaggiata da corpo, cuore e mente, quindi forse si può sintetizzare con vissuta, o forse no, perchè si può vivere una cosa ma poi non comprenderne i motivi. Forse la completezza sta nell'aggiungere al vissuto la ricapitolazione?

Come gli aerei anche noi abbiamo la nostra scatola nera, che tutto registra, anche se noi non ricordiamo e non abbiamo ben catalogato gli eventi che contraddistinguono la nostra vita. Quegli eventi hanno lasciato in noi però, delle emozioni, dei sentimenti che abbiamo razionalizzato a volte per poterli superare.

A me è capitato per ben due volte di incontrare una persona per la prima volta e avere una sensazione negativa, poi ho soprasseduto alla stessa, e sono incappata in esperienze spiacevoli.

Questo credo che descriva la sensazione corporea che se non erro è quella con cui entriamo in contatto con gli altri e manda immediatamente input descrittivo, caldo/freddo, dolce/salato etc attraverso i cinque sensi. Questo va a legarsi immediatamente ai ricordi di ciò che abbiamo in magazzino, la scatola nera, e la sensazione e il sentimento che ne deriva poi può essere analizzato dalla ragione. Tipo: perchè ho questa sensazione di malessere, di fastidio, e/o e poi perchè questa cosa mi fa stare male, perchè provo dolore, perchè sento rabbia? La ragione entra e disquisisce da a Cesare quello che è di Cesare... o almeno ci prova.
Ma se tentiamo di ignorare l'emozione con la quale dovremmo fare il procedimento di cui sopra, ci avveleniamo l'anima, perchè reprimiamo e tutto rimane nella scatola nera senza che nessuno se ne prenda carico.

Se invece non sopporto un'emozione, tipo che so non reggo a vedere seviziare gli animali, ma cerco di ingoiarla per farmi vedere forte, oppure di accettarla per altri scopi, avveleno la ragione mi sa che avveleno così ancora l’anima.
Invece penso che la ragione l’avveleno quando continuo a passare nella mente un’emozione, e quindi a riviverla, che so, tipo ho vissuto un tradimento non lo reggo, continuo a girare e rigirare quell’emozione dentro di me, mi si scalda la testa, perché non la reggo e questo continuo scaldare può portare ai gestacci che poi si sentono al tg, in pratica è questo l’avvelenare la ragione?
Poi c'è quello che è tutto teorico ma di pratica nisba e alla fine mangia cose che non sa se gli sono indigeste o no e quindi rimane a sua insaputa avvelenato, secondo me è che quando gli capita qualcosa non è preparato ad accoglierla perché la sua teoria fa a cazzotti con la pratica.
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