Citazione:
Originalmente inviato da Uno
In sostanza poveri o ricchi s'ha da lavorā se si vuole crescere anche come persone, non esiste il ricco che si chiude in biblioteca, legge, studia ed evolve.
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Vorrei tornare su questo punto per dire che non basta muovere le mani per dire sto lavorando .
Per poter dire sto lavorando bisogna che questa attivita' sia produttiva almeno dal punto di vista materiale se non spirituale e bisogna rischiare qualcosa di nostro per far si che siano messe in campo tutte le energie .
Altrimenti e' un gioco .
Torniamo all'art. 4 2 comma Cost a cui rimando.
Voglio dire che se mio nipote mi chiede in prestito ( per modo di dire perche' non e' un prestito ) dei soldi per costruire delle stalle senza mettere in gioco il rischio che quel posto non sia adatto o non gli consenta di sopravvivere o di vivere decorosamente e quindi di perdere qualcosa anche piu' di qualcosa , questo non e' lavorare , questa non e' un'esperienza utile .
Immaginate invece che chieda un prestito in banca e che quindi debba rischiare qualcosa di suo o della moglie visto che il terreno e' della moglie e verrebbe ipotecato a garanzia del prestito, allora questo e' lavorare , quella e' un'esperienza utile in tutti i sensi a prescindere dal successo o meno della sua iniziativa .
Immaginate che la banca non eroghi il prestito senza l'entrata certa di uno stipendio allora dovrebbe lavorare da lun a ven e dedicarsi ai suoi sogni sab e dom .
Allora tanto di cappello questo e' lavorare sul serio in funzione e di una crescita materiale sua e della famiglia e spirituale .
Invece no lui alle banche non si rivolgera' mai dice perche' le banche strumento demoniaco della modernita' lo massacrano con gli interessi passivi .
Mica scemo no?
Chiedo sinceramente a voi se sbaglio a vederla cosi'.