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Originalmente inviato da griselda
Beh c'è una bella differenza tra sofferenza volontaria tramite l'osservazione, da cui non si tenta di scappare e l'altra quella delle vicessitudini della vita, da cui invece si tende e tenta di sfuggire in ogni modo. E' sempre sofferenza ma il movimento nostro è diverso in uno c'è l'accoglimento e la stasi potrei definirle mentre nell'altra il movimento e la fuga. Oltre alla scelta nel primo caso si sceglie nel secondo si subisce.
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Ma l'opera al nero e' tutta una sofferenza vera , mi sembra , dove di volontario non so se ce n'e' molto .
Mi pare che tu descriva piu' la fase successiva o un pezzo della fase successiva quando l'osservazione gia' allevia la sofferenza cosi' come l'emersione delle immagini dall'inconscio gia' tranquillizzano chi e' affetto dalla nevrosi.