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Vecchio 21-03-2010, 13.24.38   #54
Uno
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Prima di tutto debbo dire che sto pensando di spostare la discussione in psicologia. Per ora la lascio qui in esoterismo vediamo se in seguito prende una connotazione eso-spirituale.

Citazione:
Originalmente inviato da nikelise Visualizza messaggio
Allora la condizione e' questa :
il conscio lo sottovalutiamo e l'inconscio non lo facciamo emergere per apprezzarne i contenuti .
Una ben misera condizione la nostra !
Fin qui nulla di nuovo no?
Rido perchè comunque le possibilità di riscatto (o salvifiche) ci sono
Citazione:
Il conscio lavora cio' che l'inconscio gli sottopone .
Si ma non solo, lavora anche direttamente. E' pur vero che se come dicevamo sopra una buona parte del conscio rimane potenziale e non conosciuta all'atto pratico pare di lavorare con l'inconscio, sotto provo a fare degli esempi.
Citazione:
La temperanza ha dunque a che fare col conscio e col ritorno alla coscienza .
Esatto, potremmo dire con la trasformazione in strumento di ciò che riusciamo a riportare dal vero inconscio.
Potremmo usare come metafora un pc. Ho dei documenti nell'hard disk. Io apro uno di questi documenti e ci lavoro. Non lavoro con il documento sull'hard disk anche se la percezione è questa. Io lavoro con una sua copia in ram, se lo stampo ecco che porto fuori l'essenza di quel documento nel materiale anche se in realtà l'originale rimane nell'hard disk e praticamente neanche lo tocco quasi
Citazione:

Tuttavia ci servirebbero e forse possiamo trovarli esempi che dimostrino quanto conscio ed inconscio siano in grado di equivalere .

La psicologia ritiene molto piu' ricco l'incoscio ma questo non vuol dire ancora niente : e' come chiedere all'oste se il suo vino e' buono .

Bisogna che si dimostri sia l'una cosa che l'altra cioe' che si equivalgono per importanza conscio ed inconscio .
Un po' come dar piu' o uguale importanza all'uva o alla lavorazione dell'enologo nel fare un buon vino
La concezione della psicologia non è sbagliata a priori, lei considera inconscio tutto quello che non è conscio, il che da un punto di vista sintattico e psicologico è giusto. Il fatto che ne stiamo parlando in esoterismo però ci dovrebbe far considerare diversamente le cose come stavo cercando di fare. Se parto dalla visione eso-spirituale non posso considerare inconscio genericamente tutto quello che non è conscio per i motivi che dicevo sopra e che cercherò di esprimere meglio.
(ci sono anche altri stati di coscienza che nella psicologia sono si è no appena studiati e comunque rimessi nel calderone, tranne qualche accenno al superconscio)

Proviamo ad andare sul pratico che magari riusciamo a semplificare alcuni concetti.

Stiamo camminando, a seconda della nostra coscienza corporea e dello sviluppo dei nostri sensi possiamo vedere avanti con un certo angolo di visuale, riusciamo a percepire un certo spettro di colori, annusiamo degli odori, sentiamo dei rumori etc...
Nella vista pur senza indossare alcun strumento (occhiali, binocoli etc) potremmo allungare o accorciare il campo visivo, per esempio strizzando gli occhi o anche chiudendoli e riposandoli un istante.
Cioè ciò di cui siamo consci con la vista può variare, aumentare o diminuire. Pur tuttavia non potremmo mai vedere dietro la testa (senza strumenti indiretti tipo uno specchio).
Eppure sappiamo da esperimenti di ipnosi che dei soggetti utilizzando gli altri sensi hanno percepito anche quello che c'era dietro, cosa che però in una situazione conscia normale non potrà mai essere.

Se valutiamo questo semplice esempio già possiamo vedere che conscio (effettivo e potenziale) e incoscio hanno un territorio pressochè simile, anzi, quello dell'incoscio reale alla fine è minore.


Voglio far notare che stiamo andando un pò fuori tema. Il discorso è interessante però.... vediamo magari in caso modificherò un pò almeno il titolo
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