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Originalmente inviato da Ombra
Mi sono trovato a riflettere, da qualche giorno, sulle differenze tra il bene e il male, e cosa fosse l'uno e cosa l'altro. Sono arrivato alla conclusione che:
- il bene, assomigli ad una sottrazione, del male dalla realtà (omettere di fare il male e togliere il male, dagli altri o da sé stessi);
- il male, assomigli invece ad un'addizione. Un qualcosa che viene aggiunto a ciò che di per sé male non sarebbe e per fare il male ci sono infiniti modi, mentre per fare il bene solamente due (esposti sopra);
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Posso chiederti come sei giunto a queste conclusioni? E in particolare da dove ti deriva l'idea che il male sia qualcosa in più? (chiaro che a quel punto il bene che lo toglie è conseguenza).
Io la vedo in modo simile ad Ayn, anche se vogliamo guardare la cosa da un punto di vista sociale (ma siamo in filosofia, perchè limitarsi?) non possiamo dissociare completamente male e peccato perchè sono due concetti analoghi e quindi analogamente devono procedere. Diversamente non ci sarebbe correlazione tra i due.
Il che non significa che siano la stessa cosa, o perlomeno non è detto. Significa però che possiamo usare ciò che sappiamo di uno per esplorare l'altro e viceversa.
La pecca è una mancanza... questo porterebbe a pensare il male analogamente... una mancanza di bene. Il che ribalterebbe la cosa e costringerebbe a definire il bene e il male come conseguenza.
In ogni caso, che ci basiamo prima su uno o prima sull'altro, il titolo richiede che ci occupiamo del loro rapporto.
Siamo d'accordo nel vederli opposti? O possiamo formulare altre ipotesi?