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Vecchio 03-05-2010, 16.58.03   #1
griselda
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Predefinito L'autorità no non la voglio

Ne stiamo parlando in giro, ed ora anche nel 3d dell'ordine/metodo, ed io ho scoperto di essere refrattaria all'autorità.
Ieri è venuto a trovarmi mio fratello e pure lui è refrattario, quindi dobbiamo aver avuto un esempio negativo di autorità, autoritaria e non autorevole, fate quel che dico non fate quel che faccio, che non rende e fa cadere l'asino.
Beh Uno mi pare che abbia detto che è difficile rimediare a questa cosa. Che fortuna eh? Daf diceva nel suo 3d aperto su questo argomento che ci vuole umiltà... già! Cosa che conosco pochissimo visto che quando non riconosci l'autorità mi da tanto l'idea che diventi arrogante e presutuosa ed io lo sono. Innalzata da sola sopra la legge solo per non doverla seguire. (e così pure mio fratello, ieri abbiamo fatto una discussione sulla Bibbia e su Dio e mi sono resa conto di come sia facile diventare detrattori di qualcosa solo perchè è più semplice che seguirla, che fare fatica, che accettare l'autorità perchè è faticoso perchè bisogna mettersi sotto, perchè bisogna affidarsi, perchè bisogna riconoscerla ed accettarla.)

Si dice autorità in quel settore quindi come un dio di quella cosa e se non lo vediamo in questo modo non lo accettiamo e a volte anche così non lo accettiamo ugualmente. Non vogliamo riconoscere di essere inferiori, di non essere all'altezza di..., o comunque che un altro sappia, veda, capisca più di noi.

Leggevo che l'invidia è un dolore della psiche che nasce dalle differenze, scoprire che qualcuno è più bravo di noi, che ne sa di più, che è superiore a noi crea dolore psichico e questo impedisce di accettare la superiorità anche momentanea di un altro.

Forse il fatto di cercare di piacere, di arrivare a pensare che per essere amati dobbiamo essere perfetti crea questa distorsione che poi ci fa detestare l'autorità in quel settore, la superiorità dell'altro. Ma anche la cerchiamo disperatamente, solo che lo facciamo fuori invece che dentro e questo ce la fa ritrovare sulla nostra strada, ma a volte anche in modo un po' invasivo.

Mettermi sotto ad un altro mi ha sempre dato l'idea di: un cieco che conduce un altro cieco, non mettermici è una buona scusa per non fare.
Dall'altra parte invece se davo fiducia ad una persona e questa era veramente cieca finivamo in un baratro.
Pare che entrambe i modi siano errati.

Se seguo ciecamente qualcuno a cui riconosco l'autorità divento senza anima? Prendo a prestito quella di cui seguo e l'ho fatto con mio marito, ho rinunciato alla mia per prendere a prestito la sua che mi pareva migliore, così facendo ho rinnegato me stessa, credo.
Questo impedisce di crescere perchè delegando all'autorità si smette di prendersi la responsablità di quello che si fa.
Se per ogni cosa chiedo all'autorità, così' se sbaglia sbaglia lei, e seguo alla lettera quel che dice, mi da l'idea che poi dentro però mi scatta una sorta tale di risentimento che gliela faccio pagare, perchè se elevo qualcuno sopra di me senza raziocigno e per essere migliore di quello che sono senza averlo prima accettato arriverò a detestare quella persona.
Non so bene mi fermo perchè l'ultimo pezzo è confuso, non mi è ancora chiaro. Tra teoria e pratica.
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