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Vecchio 04-05-2010, 10.09.20   #3
griselda
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Originalmente inviato da stella Visualizza messaggio
Io penso che prima di tutto c'è da fare un distinguo tra l'autorità di Dio e quella umana.... Dio non ti obbliga a fidarsi di lui, è tutto un lavoro nostro avere fede o non averne, cambierà qualcosa per noi, non per Dio....

Dio non può essere messo in discussione a meno di non crederci, secondo me viene messo in discussione il contorno ad esempio l'autorità della chiesa. Sempre per il discorso di comodo senza aver indagato spesso senza aver studiato, si prende la prima cosa che ci va storta e la si cavalca perchè è quello che vogliamo fare abbassare quella cosa toglierle l'autorità per poi fare come ci piace.
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Per noi invece il discorso di accettare l'autorità o meno di un'altra persona è un po' più complicato. Se mi sottometto a un altra persona perchè la ritengo migliore di me in un certo senso le affido la mia vita, ma poi non mi devo arrabbiare con lui se le cose vanno male, unificandomi alla sua autorità è come se fosse anche la mia volontà uguale alla sua...

Infatti
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Io ho lo stesso tuo problema, mi sono sottomessa non a un'autorità ma ad un'altra persona, adottando le sue decisioni perchè in un certo senso combaciavano con le mie, e quando non combaciavano, lasciando che accadessero....
Questo secondo me è un approccio sbagliato, non è un'autorità che ci si sottomette ma secondo me ha il sottile valore di una sfida, è come dire: ok, faccio come vuoi tu, sono come vuoi tu, ecc. fino al punto che quando si vede che magari il suo modo di fare era sbagliato, prendersela e dire: vedi che in fondo avevo ragione io a non fidarmi ?

Vero ed è peggio che dire di no subito secondo me, perchè può essere l'inizio dell'avvelenamento del rapporto
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Ma qui secondo me parlare di autorità è sbagliato, certe volte si ha bisogno di affidarsi a una persona, ma certamente è necessario accettarla con i suoi pregi e i suoi limiti, infatti quello che ti può rispondere alla fine è: "ma nessuno ti ha obbligato, è stata una tua scelta, per cui la responsabilità è tua e non solo mia", anzi te la può rigirare dicendo che se tu ti fossi ribellata a certe decisioni forse avresti guidato il rapporto in un altro modo più sano, in un certo modo sottomettendoti hai guidato tu il gioco...I
Come se ne esce ?
Io definivo autorità l'altro che sa vedere o fare quello che io anche se solo magari in quel momento non so fare ne vedere.
Per non sbagliare mi affido a lui/lei invece di crescere sbagliando preferisco risultare perfetta, pulita e delegare, questo ho fatto in pratica.

Il bambino ha bisogno di autoritàdei genitori, l'uomo ha bisogno dell'autorità chiesa, della legge, ma se diventiamo l'autorità di noi stessi non abbiamo bisogno di quella fuori.
Il punto è che per diventare qualunque cosa dobbiamo fare. E delegando non lo facciamo.
Io non faccio perchè lui la fa meglio ok lui continuando a farla la farà sempre meglio ed io sarò sempre lì a delegare per non sporcarmi le ditine sante.
La sottomissione ci sta quando l'altro ci suggerisce di migliorarci, tipo quando vengo ripresa per il mio finto ordine e guai a Dio a chi me lo dice, porello non riconsco la sua autorità, nel senso che lui/lei essendo ordinato/a vede il mio disordine io no perchè non so cosa sia l'ordine. E' li che dovrei affidarmi e non affidare le mie beghe all'altro per non fare e non diventare indipendente.
Invece orgogliosa, permalosa, superba: tu non mi devi/puoi dire niente perchè anche tu sei imperfetto. E questa è un'altra bella scusa che ho adottato per non crescere, non fare fatica e seguire la mia pigrizia che mi fa andare in discesa, apparentemente però.

Per quanto riguada le decisioni, non ne prendo mai, sia mai che mi sgualcisco l'unghia del mignolo così nessuno mi può dire che ho sbagliato no?
Però così facendo sono arrivata al punto da farmi venire l'ansia anche solo per scegliere quale coperta comprare.
Alla fine se non scelgo qualcuno sceglie per me e siccome non è che non sapevo cosa scegliere erano solo le responsabilità della scelta che non volevo, non volevo sbagliare e questo non voler sbagliare poi lo caccio addosso a quel/quella poverino/a che sceglie. Se non accetto di poter sbagliare non accetterò neppure lo sbaglio dell'altro.
Oltre tutto lasciando la responsabilità della scelta sempre agli altri si diventa un pesante fardello da portarsi in giro.
Se ci si affida una volta credo possa essere per vedere come ha fatto seguire l'inter e poi dovremmo buttarci e se sbagliamo amen.
La perfezione non esiste e se sbaglio avrò imparato qualcosa, se accetto di affidarmi quella volta devo accettare ciò che ne verrà senza giudicare l'esito.

In questi giorni ho fatto una scelta sbagliata, fatta d'impulso proprio perchè non ho voluto riconoscere l'autorità (ogni tanto ci ricado) perchè non era autorevole la persona, e ora pagherò io. La prima cosa che volevo fare era quella che qualcuno mi togliesse le castagna dal fuoco, ma papino e mammina non ci sono più e chi c'è mi ha detto beh hai scelto ora vedremo le conseguenze.
La prossima volta penso che me lo ricorderò. Se avessi delegato questo non sarebbe successo ma io non avrei imparato una lezione.
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