Discussione: Il vizietto
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Vecchio 22-05-2010, 16.08.47   #148
diamantea
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I miei genitori hanno vissuto nel dopoguerra con le loro privazioni e frustrazioni. Avevano cose buone e cose non buone, hanno vissuto per la famiglia dandoci tutto di loro stessi nel bene e nel male. Ai loro tempi non c’era la coscienza verso la crescita, il cambiamento come noi oggi, non c’era Ermopoli come noi abbiamo. Il kit era quello.
Mio padre aveva molte cose buone, era forte, generoso, geniale per certi versi, figlio di artisti eppure da bambino ha sofferto molto pure lui, a nove anni iniziò a lavorare e comprò il suo primo chilo di pane, ma poi c’era il lato oscuro come companatico.
Era così. Io molte cose le ho risolte dopo 20 anni di lavoro in cui il passato è stato scandagliato nei particolari ed anche risolto per grossa parte. Dico che l’amore e il perdono arrivano per ultimi, non cancellano gli episodi ma ne diminuiscono notevolmente il carico emotivo, nel senso che non fanno più tanto male, non mi provocano quel senso di vergogna, e soprattutto il senso di colpa di essere stata una cattiva anima. Posso parlarne come di episodi nella mia vita ma non sento più il dolore delle ferite. Il condividere con altri la propria esperienza diminuisce il senso di solitudine nella propria sofferenza, che è quello che mi ha schiacciato per molto tempo, mi sentivo incompresa e sbagliata, perennemente macchiata dalla colpa. Tenevo tutto dentro e mi ammalavo. Soprattutto nella relazione con l’uomo e con l’autorità ho avuto problemi, conflitti. Mi sono preclusa la possibilità di una relazione stabile e matura. Troppo ribelle e inquieta di carattere forte e orgoglioso, il contatto fisico e la gelosia dell’uomo erano soffocanti per me ed anche io approcciavo in modo affettivamente soffocante, era quello il mio imprinting.
Nel confronto con gli altri si da una dimensione al proprio vissuto, le proprie testimonianze danno conforto, si condividono le esperienze e le strade per uscirne. Si ridimensiona a volte la propria situazione di sofferenza accorgendosi che altri stanno peggio o hanno risolto, si acquista forza e coraggio. L’esternazione in questo può portare alla guarigione. Ciò che viene portato fuori non è più dentro, viene osservato con nuova luce.

Edera a volte è l’energia degli altri che è respingente per qualche motivo preciso, è importante capire questo motivo per risolverlo. Se il motivo lo conosci e non è risolvibile ci vorrà un pò più tempo ma potrai riuscire lo stesso, e non sarà per i tuoi genitori ma per te stessa.

Luke anche io per molto tempo avevo problemi di contatto fisico con gli altri, anche nel solo dare la mano. Io per il motivo opposto al tuo, da bambina sono stata troppo toccata, baciata, asfissiata che ne ho poi avuto il rigetto, la fobia, la nausea.
Il lavoro di gruppo, come di Biodanza ad esempio mi ha ridato questa capacità di approcciare l’affettività attraverso il contatto fisico in modo positivo e fluido in ambiente protetto. Oggi posso abbracciare veramente chiunque senza disagio purchè nell’altro non incontro morbosità. Ma per questo ho sviluppato una speciale antenna ed ottime capacità respingenti.
Il contatto fisico è molto bello ma anche difficile da “regolare” nel punto di equilibrio. Ma si può imparare e vale sempre la pena tentare.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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