Citazione:
Originalmente inviato da diamantea
Mi piacerebbe che approfondissi Uno.
Ultimamente mi ritrovo a recitare ruoli a cui non sono identificata, ma so che è quello che l'interlocutore si aspetta.
All'inizio mi veniva da ridere, lo facevo quasi per gioco, per liberarmi velocemente di qualcuno, ora mi rendo conto che posso recitare con chi non è molto consapevole ed è identificato con il proprio ego. Basta dare lo zuccherino e il gioco è fatto.
Mi viene da pensare alla gente che imbroglia individuando la parte dell'ego dell'altro che vuole essere nutrita.
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Se uno E' e basta sta immobile, fermo e non fa nulla. Se uno E', è consapevole di Essere, ma vive pure deve agire ed interagire con gli altri.
Quindi se E', re-cita, cioè cita ancora, chiama.... le personalità migliori a seconda del momento e delle circostanze. Se non E', sono le circostanze che vestono quelle poche personalità che si sono impadronite di "quell'individuo".
C'è motivo e motivo di dare lo zuccherino, potrebbe essere per imbrogliare o per aiutare, l'altro o se stessi. Aiutare se stessi non è male, lo è se per fare questo si danneggiano gli altri, nel caso del tuo esempio tu con lo zuccherino soddisfi una loro esigenza e aiuti te stessa a liberarti per fare qualcosa che ti interessa di più. Non c'è nulla di male. Se invece sfrutti una loro debolezza per arricchirti mentre loro si impoveriscono (per esempio) allora è male.
Comunque bisogna stare attenti, è facile raccontarsi di non essere identificati in un ruolo (sto parlando in generale, non di te), ma se ne può avere la certezza solo se si è in grado di cambiare ruolo anche se viene difficile farlo.
Questo si osserva anche nella metafora della vita che è il teatro o il cinema. Ci sono attori che riscuotono successo con un determinato personaggio e non riescono più a staccarsene.