Discussione: L'autostoppista
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Vecchio 26-09-2010, 11.10.18   #180
nikelise
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Originalmente inviato da diamantea Visualizza messaggio
La coscienza è spesso paragonata all'occhio, si parla di campo visivo o punto di vista della coscienza.
Ciò che sale alla coscienza è unilaterale. Solo pochi contenuti riescono a rimanere all'interno della coscienza a raggiungere il massimo grado coscientizzazione, in quanto essa è molto selettiva. La scelta dipende da un orientamento che a sua volta richiede l'asclusione di tutto ciò che non è inerente ad esso.
L'orientamento della coscienza è unilaterale e ciò che non è inerente precipita nell'inconscio, facendo da contrappeso all'orientamento cosciente, che aumenta la unilateralità della coscienza fino a sviluppare una notevole tensione.
La tensione inizia a disturbare o inibire l'attività cosciente che fino a una certa tensione viene contenuta.
Se la tensione aumenta in base all'aumentare dell'unilataralità cosciente, ad es. con l'identificazione alla funzione cosciente, i contenuti inconsci cominciano ad affiorare soprattutto attraverso i sogni o immagini apparentemente casuali.
La produzione onirica offre l'opportunità alla coscienza di appropriarsi di contenuti fin ora rimossi capendoli e realizzando un adattamento totale.
E' la compensazione automatica inconscia.
La nevrosi subentra quando la tensione fra conscio e inconscio arriva al punto tale da creare un conflitto vero e proprio disturbando la compensazione automatica.

L'estroversione o l'introversione, immedisimazione e astrazione, sono meccanismi di difesa e di adattamento, servono a proteggere l'uomo dai pericoli esterni consentendogli di adattarsi.
Sono funzioni finalizzate che liberano l'uomo dalle pulsioni occasionali attraverso l'autoalienazione.
La funzione finalizzata è quella che ha valore, consente l'adattamento sociale e attraverso l'autoalienzione ci si libera delle funzioni meno valide non differenziate e non finalizzate.
Per contro alla lunga il soggetto finisce spesso per identificarsi con la funzione finalizzata.
Maggiore è questa identificazione, maggiore la caricherà di libido, maggiore sarà la sottrazione di libido alle altre funzioni allontanandosi sempre più dalla coscienza finendo nell'inconscio.
Il fenomeno equivale ad una regressione di queste funzioni alla condizione primitiva ed arcaica ancora molto presente nella condizione umana, visto che si è civilizzato da pochi millenni, per cui le funzioni arcaiche sono vitali e facilmente riattivabili. Funzioni arcaiche che non hanno alcun riferimento con il conscio e che se subentrano portano ad una dissociazione della personalità da cui poi le nevrosi.
Questo tema dell'adattamento sociale grazie alla funzione prevalente ci consente anche di parlare dei vari stadi della vita .
Il tema e' sempre quello : come si atteggia il rapporto tra soggetto ed oggetto nel tempo ?
Ci sono 4 stadi della vita che sono caratterizzati dal rapporo con l'oggetto o , che e' lo stesso , con i problemi :
L'infanzia nella quale conosciamo il mondo esteriore e nella quale dei nostri problemi si fanno carico gli altri o noi siamo un problema per gli altri .
La giovinezza nella quale si afferma l'IO e la coscienza in modo unilaterale con la soluzione dei problemi in cio' consiste l'adattamento sociale e lo sviluppo della funzione prevalente .
La maturita' che e' l'inizio della parabola discendente in cui il soggetto dovrebbe accorgersi della dualita' che e' insita in lui , dualita' rappresentata dal conscio e dall'inconscio .
In questo stadio dovrebbe aversi un ampliamento della coscienza rimasta solo unilaterale nel 2 stadio e compiersi una trasformazione del soggetto .
La vecchiaia nella quale nuovamente i nostri problemi devono risolverli gli altri o noi diventiamo un problema per gli altri .

La nevrosi non e' altro che un malvivere il secondo stadio e non essere ancora appieno nel terzo .
Allo stesso modo tanti disagi dei giovani consistono esclusivamente nella paura di affrontare il passaggio dal primo al secondo stadio cioe' dall'essere un problema per gli altri ad essere coloro che risolvono da soli i proprii problemi .

Tuttavia mentre il passaggio dalla giovinezza alla vecchiaia e' naturale ed inevitabile , il passaggio dal 2 al 3 stadio ma anche dal primo al secondo , anche se molto di rado , non sono passagi inevitabili .
Fermandoci al passaggio dal 2 al terzo stadio , e' evidente che alla natura ma anche alla societa' ( che anzi ha bisogno di consumatori immaturi ) non interessa affatto che l'individuo consegua un ampliamento della coscienza .
Alla natura importa solo la sopravvivenza con la quale pero' si mantiene quello che si e' raggiunto ed il nuovo non viene affrontato .
Affrontare il nuovo significa sfruttare le altre possibilita' della psiche che sono state rimosse nella fase di secondo stadio della vita .

Affrontare il nuovo nel terzo stadio della vita e' la vera opera d'arte che siamo chiamati a realizzare per dare un senso alla nostra vita .

Ultima modifica di nikelise : 26-09-2010 alle ore 11.13.47.
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