Discussione: L'attesa
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Vecchio 29-09-2010, 01.07.35   #3
Grey Owl
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Leggendoti ho sentito il bisogno di condividere con te questo tuo momento difficile. Non sapendo come aiutarti in questo tuo momento di vita, ho pensato di vivere parola per parola quello che evoca in me il tuo scritto.

Innanzi tutto ci tengo a dirti che ritengo una tua prima vittoria l'aver condiviso con noi questo duro momento. E' buona cosa questa apertura, essa ti può aiutare a trovare la serenità perduta. Trattenere dentro non porta mai a risultati positivi, logora nel tempo e rimanda lo sfogo che infine arriva sempre.

Lo stomaco è l'organo che percepiamo meglio ed è quello in cui somatizziamo i problemi. Nello stomaco si tende a somatizzare stress, ansia e nervosismo. Inoltre coincide col cambio di stagione, lo stomaco sente molto questi periodi in cui i cibi cambiano, si passa dai prodotti ricchi di vitamine e liquidi a prodotti più calorici e compatti.

L'attesa è uno stato dell'essere che logora, quell'attesa a cui dobbiamo sottostare, che non ci da tregua. In cui non si percepisce alcun controllo, in cui nulla sentiamo essere in nostro potere, l'inevitabile conclusione con un'esito sconosciuto.

E' questo divario tra ciò che manifestiamo fuori e quello che sentiamo dentro che crea tensione. Ma che altro fare? Avverto la tua tensione emotiva, quella per cui serve andare avanti come se nulla fosse mentre dentro ci si sente devastati.

Inoltre la sentenza di divorzio chiude un ciclo, chiude con sentenza definitiva una parte della tua vita a cui sono legate molte cose che continuano a vivere in te. Questa sentenza è l'esito incerto che ti devasta interiormente.

Quando il corpo urla è difficile sentire la fiebile voce interiore, anche le energie vengono assobite da quella voragine che hai nello stomaco.

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