Sono pienamente d'accordo con Ray, se il piatto fosse stato pronto, non ci sarebbe la possibilità di evolvere, non ci sarebbe nessuna volontà e nessun discorso da fare. L'avere avuto certe esperienze fa si che ci si rafforzi per poter camminare soli. Se ci si vuole sconfortare peggio basta pensare che si ripete all'infinito finchè non si risolve, tanto vale smettere di recriminare e muoversi
Comunque senza voler banalizzare ma riportare il discorso ad una quotidianità sarebbe da considerare un paio di aspetti:
l'isolamento in cui ci si sente rispetto al sociale
il bisogno di riconoscersi nella società da ci si isola.
Se ci si sente diversi non ci si riconosce negli interessi e nelle cose che normalmente fanno gli altri ma allo stesso tempo ne vorremmo far parte e vorremmo essere accettati senza dovere scendere a compromessi. Da qui penso che provenga il conflitto tra ciò che siamo e come vorremmo essere rispetto a ciò che vediamo essere gli altri.
Contorto?