Citazione:
Originalmente inviato da Sole
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Mi è difficile mettere in parole ma sento come se io dovessi prendere coscienza del fatto che posso lasciare indietro i pilastri su cui mi appoggio e distruggerli senza paura di cadere nel vuoto ma cercando solo con le mie forze di trovare il sucessivo appoggio.
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Mi pare una bella scoperta Sole, perchè in questo modo, più che cercare un nuovo appoggio, l'appoggio sei tu. I passaggi, e la ricerca di un nuovo equilibrio, diverso dal precendente, nel tuo caso il lavoro, costa momenti di sconquassamento.. e di riassestamento quindi in termini pratici, di energia e mancanza di appoggio.. appunto. Mi figuro la cosa come un salto e nel momento del salto non ci sono appoggi, ci sei tu e solo tu. Se riuscissimo a riprodurre questi salti, questi cambiamenti nella vita quotidiana, cresceremmo più o meno costantemente..
In questo periodo sto facendo i conti anch'io con la morte, anche se in maniera differente dalla tua, e mi chiedo se la ricerca di questi punti di appoggio , siano esclusivamente mentali, perchè in effetti tutto (a vari livelli) è precario. E allora, cosa blocca dall'effettuare un salto volontario? la paura di non ottenere il risultato? Se siamo costretti, camminiamo, altrimenti almeno per me , è molto difficile fare un salto che potrebbe portare un miglioramento..