Discussione: L'autostoppista
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Vecchio 09-11-2010, 15.39.54   #228
nikelise
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Originalmente inviato da diamantea Visualizza messaggio
Vorrei tornare su un punto che mi sembra fondamentale: il rapporto fra il soggetto e l'oggetto.
Sia nell'introverso che nell'estroverso c'è un disequilibrio di importanza fra le due polarità che crea il problema.
L'E da un'importanza esagerata all'oggetto, l'I da un'importanza minoritaria.
Mi chiedo a questo punto se l'equilibrio si ottiene quando si da uguale importanza sia al soggetto che all'oggetto, anche perchè ognuno di noi siamo al contempo sia soggetto che oggetto, quindi teoricamente dando pari valore ci ritroviamo sempre in equilibrio sia da soggetti che da oggetti.
O addirittura superiamo il concetto di soggetto/oggetto diventantdo Uno, superando la dualità, la separatezza fra gli opposti.

Jung dice a proposito degli archetipi: è un'immagine primordiale o una formula simbolica che esiste in assenza di concetti consci.
L'archetipo è il modo inconscio in cui la psiche coglie l'oggetto.
L'azione dell'oggetto quindi libera i contenuti che provengono dalla struttura inconscia della psiche.

Sia nell'una che nell'altra funzione l'oggetto ha il compito di riportare alla coscienza questi contenuti inconsci alla coscienza.

Per quello che mi riguarda ad esempio l'immagine dell'Autostoppista potrebbe essere considerata un'immagine attiva che porta a livello conscio questa figura dell'orco nascosta dietro la siepe ovvero come ombra che agisce dietro di me a livello inconscio quando non può essere la parte cosciente ad agire.
In qualche modo dentro di me esiste un condizionamento che mi fa apparire con il femminile accomodante e accondiscendente mentre nasconde in agguato una parte difensiva e aggressiva che scatta ai danni dell'oggetto quando mi sembra che stia assumendo troppo potere su di me.

Lo vedo in questi giorni in cui faccio caso al bisogno di lontananza/vicinanza, è una vera e propria conoscenza dell'oggetto, come due combattenti che si guardano, si avvicinano prima di affrontarsi.
Non che debba fare una guerra, ma vedo tutti i miei sistemi d'allarme che scattano appena l'oggetto si avvicina oltre il limite stabilito, che io stessa voglio superare perchè intravvedo altri livelli ai piani inferiori che vanno esplorati ma prima devo disinnescare le difese e non è facile.

Immagino che il controllo serva proprio a mantenere lo stato difensivo, che abbassando le difese diminuisce pure il controllo, oppure è al contrario non so.
Di certo è che l'assaggio con quello che di ideale sentivo voler raggiungere, per brevi momenti sempre più spesso diventà realtà, mi fa spingere un pò alla volta con la volontà e l'osservazione oltre il limite, come un animale selvatico che vuole addomesticarsi.

Mi fermo qui, il concetto si fa sempre più difficile. Magari volete aggiungere qualcosa per aiutarmi a fare chiarezza.
Poni piu' questioni .
Innanzitutto va detto che il rapporto tra l'oggetto ed il soggetto e l'influenza del secondo sul primo va sempre visto in un' ottica di crescita dell'individuo come singolo , di completamento del soggetto , di individuazione , in termini junghiani
mai come un sistema , un modo mediante il quale oggetto e soggetto stiano in equilibrio fra loro .
In equilibrio deve stare sempre e solo l'individuo .

Certo poi accade anche questo: che soggetto ed oggetto si assestino su un equilibrio nuovo ma non e' questo lo scopo dell'analisi del raporto tra se' stessi e l'altro .
In altri termini non e' un rimedio per una coppia in crisi anche se lo puo' diventare .
E' un metodo per la crescita individuale a prescindere dall'esito del concreto rapporto con quell'oggetto/ individuo .

Il soggetto che per natura si pone in un certo modo in rapporto con l'oggetto , cioe' e' un tipo particolare , subisce importanti influenze dall'oggetto dalle quali deve in certo modo liberarsi per realizzare pienamente se' stesso .

La fusione tra soggetto e oggetto , invece , e' un altro tipo di esperienza , denominata metafisica o mistica o altrimenti che non avviene a livello della coscienza , come invece l'individuazione ma e' un'intuizione non ordinaria e non sostenibile dall'individuo lungamente nel tempo ( almeno cosi' mi pare ) .
Non ha nulla a che fare con l'individuazione e l'equilibrio tra conscio ed inconscio .

Allora per rispondere al tuo post il controllo o la difesa e' una prima risposta all'influenza dell'oggetto , un tentativo di sottrarsi alla sua influenza che sicuramente costituisce o e' visto come un pericolo alla propria integrita' .
Mi fermo e chiedo a te se e' chiaro e se e' di questo che volevi parlare .
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