Ho provato un piccolo esperimento ieri, a sera dopo aver finito e fatto tutto, pigiamata e pronta per il TA
La prima cosa di cui mi sono accorta è che avevo deciso di osservare un fotogramma di un sogno ma non riuscivo a concentrarmi. Di fatto come ha scritto più su Ray mi perdevo dietro a quello che pensavo o sentivo in merito.
Ho fatto così il primo errore, avevo
deciso di osservare una cosa mentre invece avrei dovuto stare ferma (seeeh) e mi sarei accorta come ho realizzato stamattina che l'immagine c'era, era riferita ad un sogno si ma a uno diverso.
Poi ho avuto una vita da seguire quindi non ci ho riprovato (preferisco farlo in un momento in cui le interferenze esterne siano pari a zero o quasi, cioè di notte)
Naturalmente parallelo è partito tutto un "faccio così o cosà e chissà se succede così o cosetta" ...tutta roba buona solo a portarmi fuori pista.
Attendendo sera
mi sono posta un altro problema, Nike scrive che l'immaginazione attiva assolve al compito inizialmente di spiegazione dello stato cosciente e poi di direzione.
Ho inteso questa parte come la terza e quarta fase dove bisogna cercare di segnare e fissare tutte le modificazioni che l'immagine subisce fino ad arrivare alla necessità di entrare in scena perdavvero facendo domande e azzardando risposte.
Quindi bisogna creare lo spazio neutro dove far affiorare l'inconscio, lasciare che le azioni si dipanino guardandole come spettatore attento e poi iniziare a segnare le modificazioni che subisce l'immagine finchè non si senta la spinta di fare delle domande (questo è il senso della direzione, si?)
Jung inoltre sottolinea come ognuno può ricevere in base alla sua costituzione, quindi un suono, un'immagine, un odore, non ci sono limitazioni.