Discussione: Innamoramento
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Vecchio 28-11-2010, 00.24.20   #423
dafne
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Originalmente inviato da nikelise Visualizza messaggio
Io sostengo una cosa un po' forte ma la dico lo stesso e cioe' che l'innamoramento e' quasi se non del tutto uno stato patologico della psiche come un'influenza inevitabile destinata a passare .
La differenza e' che l'influenza colpisce il corpo per l'azione dei virus l'innamoramento colpisce la psiche per mezzo dell'espandersi a smisura nell'inconscio degli archetipi o delle ombre del divino con sembianze umane .
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Da un punto di vista della psicologia del profondo, possiamo vedere l'innamoramento come la proiezione dell'anima (o animus per le donne). Tanto più è completa, ossia tanto meglio il contenitore è adatto, tanto più è totalizzante la sensazione di innamoramento.
Questo perchè la proiezione permette di relazioonarsi con essa (l'anima).
......
Quindi io non la vedo tento come stato patologico, semmai se proprio si vuole come processo di guarigione, anche se non mi piace questo modo di vedere le cose. Direi che è una tappa nel cammino di individuazione del singolo. Una bella tappa aggiungo.
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Spetta, non è l'ideale che proiettiamo, non c'è idea. Se proiettiamo l'ideale non ci innamoriamo, o perlomeno non nel modo che si intende di solito.
E' proprio l'anima che spediamo e se in questo ci vedi un rapporto ancora immaturo con essa concordo in pieno. Ma la fase è necessaria per sviluppare un rapporto maturo.
E' il fatto che è l'anima a proiettarsi che, tra l'altro, da il via libera alla struttura archetipale di invadere l'io, che immagino sia ciò che trovi pericoloso (hai parlato in questi termini se non erro).
.
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Per questo non dico che sia male anche l'innamoramento giovanile, non è un male neanche se capita in età più avanzata, potrebbe essere necessario, il male è quando si gode talmente di questo processo da non voler andare oltre. Non è neanche giusto (per rispondere al tema/domanda originale del 3d) sopprimere questo processo razionalizzandolo, bisogna viverlo... se ci si innamora in questa maniera vuol dire che ancora ci serve. .
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Aver paura di soffrire è aver paura di vivere. Si rischia di soffrire lasciandosi andare e vivendo l'amore o l'innamoramento? Certo che si. E' molto probabile che prima o poi si soffrirà. E il livello di sofferenza è molto probabile che bilanci l'intensità di ciò che si vive. Io dico che ne vale la pena, sempre. Dico di più: la gioia dell'amore, la connessione col mondo, l'intensità del sentirsi vivi vale la pena anche se la sofferenza fosse certa.
......
Ma forse è solo la paura di soffrire che frega, più della sofferenza stessa. Si vorrebbe non avere paura. L'unico modo di non avere paura di soffrire è accettare di soffrire. In alternativa, se non si può accettare del tutto, serve coraggio. Coraggio non è non avere paura, è avere paura e fare lo stesso.

Alla fin fine tutto si riduce ad una scelta: vivo e godo e soffro oppure non vivo. Se non vivo mi rintano in un comodo rimpianto, in una soffice depressione nella quale mi sembra di soffrire, mi dico che soffro, ma non soffro veramente... mi ripeto che mi devo smuovere ma non mi smuovo mai. E resto lì a guardare le occasioni passare, raccomandandomi per la prossima e non prendendo mai quella che c'è. Fino a quando, consumato, non avrò più la forza di innamorarmi. Di un altro essere umano, di un tramonto, di un lavoro, di un'idea.

Se mi innamoro e ho paura il risultato delle due forze è un assurdo tentativo di controllo, un cercare di inglobare l'oggetto del mio amore. Essere umano o idea che sia. Ma la spinta dell'amore è opposta in realtà. La spinta vorrebbe che io entri in quella cosa, che mi ci immerga, non che la faccia entrare in me. Ma lasciarsi andare, anzi l'idea di lasciarsi andare, fa salire la paura di perdersi. Ma perdere che? Cos'è questa cosa che non vogliamo perdere? L'io? Quel che ci pare di essere? L'integrità? Tutte cose che non abbiamo se non amiamo. Cos'è questo io che ci resta, che conserviamo, se non ci lasciamo andare? Solo aridità.
Se non altro questa questione è riuscita a smuovermi sulla necessità di imparare a fare i multi-quote

Ho preso questi post per cercare di individuare meglio quello che mi stà capitando.

Nike descrive l'innamoramento come qualcosa di pericoloso, lo cito perchè è la sensazione fortissima che mi stà pervadendo ultimamente.
Poi nello sviscerare la questione ne è uscito che l'innamorarsi permette la proiezione dell'anima e la sua conseguente possibilità di rapportarsi ad essa.
Salvo che generalmente la persona di cui ci si innamora ad un certo punto non regge la proiezione e noi cominciamo a ritirarla...

Vorrei chiedere che significa che dà il via alla struttura archetipale di invadere l'io, perchè l'ho capita come se a scapito dell'io l'innamoramento, lo scioglimento che lo caratterizza, ci portasse verso l'anima.
Ma non mi è chiaro.

Ho citato Uno perchè alla fine mi par di capire che se capita vuol dire che ci serve, serve per sciogliere certe strutture e crearne di nuove, e il post di Ray alla fine sulla paura di soffrire era troppo bello per lasciarlo languire in un angolo.

Ma se l'innamoramento non ha più come predominanti le sensazioni di farfalle nello stomaco o di tuffi al cuore ma è più forte, più intenso a livello di calore e di costanza, nel senso senza picchi e, soprattutto, se è diventata una questione fortemente mentale ma non solo fantasiosa và vissuta ugualmente?

Cerco di essere più precisa ancora.
Stabilito che l'immagine che si è formata è troppo viva e presente nel proprio interiore e se si decide di farsi inglobare invece di fagocitarla che strada seguire? O proprio per la sua spiccata natura irreale, nel senso di non fisica, và frenata?

Ci stò girando intorno, ho paura di perdere, stabilità, sicurezza, sanità mentale, controlo bla bla bla

Ma non ho forse già perso tutto questo dal momento che mi stò ponendo il problema?

E' come se mi ostinassi a vivere come futura una cosa che è già successa.

Per cui l'ostinazione con cui questa esperienza bussa alla mia porta significa che non ho ancora vissuto tutto quello che è già capitato?

Acciderbolaccio!
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