Discussione: L'autostoppista
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Vecchio 05-12-2010, 12.02.37   #238
diamantea
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Sono d'accordo con te Ray che la cosa giusta è capire non solo intellettualmente, ma mi sembra ciò che sto facendo da un pò di tempo. Osservo le dinamiche, ne vedo il movimento.

Qui c'è il discorso dell'uovo e della gallina, cosa nasce prima il soggetto o l'oggetto? o meglio come ci si percepisce per prima, come soggetto o come oggetto? E' un nodo cruciale per me.
La mia percezione iniziale è stata sentirmi oggetto tutta una vita, e stare alla ricerca della mia individualità, io soggetto.
E' questa la funzione dell'orco, difendere la mia individualità, magari in modo maldestro, eccessivo, aggressivo me non attacco mai senza provocazione.
Fin ora ho sempre fatto passare avanti l'esigenza degli altri, vuoi la famiglia, i figli, il marito, il lavoro... io sempre per ultima.

Oggi magari resto sempre per ultima ma la vedo come una scelta individuale non come una rinuncia o una repressione dei miei bisogni.

Allora è vero che l'altro è un individuo, ma prima di vederlo come tale devo vedere me come individuo. Solo così posso percepire cos'è un individuo.

Per ora vedo il copione, io frustrata mi allontano dall'oggetto che non mi ama perchè non mi viene incontro nelle mie esigenze.
Io grido che lo odio e lo lascio e lui dice va bene pensando poi appena mi vede mi abbraccia mi dice che mi ama, io piango e passo sopra.

Di questo mi sono scocciata, ma mi sono scocciata sempre di venire ultima a tutte le sue esigenze di lavoro, un impegno importante preso insieme va rispettato anche nel rispetto delle mie necessità altrimenti mi sento oggetto non individuo.
Per me provare una volta a metà settimana era una necessità motivata non un capriccio, poi scattata la frustrazione mi sono tirata indietro tutto il resto, non mi sento amata, importante e bla bla bla.
Per lui lasciarmi sola tutta la settimana è stata una necessità non un capriccio ma è il suo modo di fare, di sminuire le mie esigenze con frettoloso pressapochismo per non affrontare la sua responsabilità di esser venuto meno al suo impegno che mi da fastidio.

Questo è l'episodio in se che scatena la reazione e le dinamiche a catena e può diventare occasione di osservazione.

E' il rapporto con la distanza che viene fuori per me importante, ho avuto sempre un problema vivere la distanza con gli oggetti per i tanti motivi che man mano ho sviscerato.

Devo dire che in questa osservazione qualche cambiamento lo riscontro, se non altro non aggredisco come prima, ho rispetto della mia voce, e di riflesso per le orecchie altrui , ma lo faccio soprattutto per me.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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