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Vecchio 12-12-2010, 19.27.16   #5
Sole
Conosce ogni vicolo
 
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Ho letto la prima parte del libro, quella in cui racconta come (non) è arrivato all'illuminazione.

Ci sono parecchie considerazioni che mi vengono da fare: o non sapeva cosa faceva ma faceva o non ha capito cosa faceva pur facendo o non ha senso davvero nulla, il che davvero non è il mio modo di pensare, o prendeva in giro tutti.

In ogni caso si può considerare la cosa interamente e dargli ragione anche quando dice che non serve fare proprio nulla se deve accadere accade e basta.
Lui in pratica ha studiato da quando aveva sette anni ogni giorni i Veda con il nonno, poi è stato nella Società Teosofica ceh ha abbandonato perchè non trovava mai quello che cercava, poi ha vagabondato in vari templi dove per sette anni ha praticato Yoga in isolamento. Ma poi sostiene che tutto questo non gli è servito a nulla come se tutto sarebbe accaduto nonostante tutto questo. Io non ci credo. L'idea che mi da legendolo è di un uomo che cercava moltissimo ma disperatamten di dare un senso alla vita di trovare quello che tutti gli vendevano per illuminazione ma di non aver mai incontrato un vero illuminato che gli mostrasse la via e non solo le parole.
Racconta soloun personaggio che va a trovare e che gli dice poche parole così (sintetizzo il senso del discorso):
UG: puoi darmi quello che hai tu che sei saggio ed illuminato?
Saggio: io posso dartelo e tu puoi riceverlo?

Lui qui viene scosso ma ancora non si sveglia secondo me perchè passeranno anni prima che possa cogliere l'attimo della trasformazione fisica.

L'idea che mi da è che era un uomo che cercava di capire, lui voleva risposte alle domande, voleva trovare risposte soddisfacenti. Ma nel frattempo che le cercava lavorava moltissimo con pratiche per ore e ore sempre alla ricerca di questo momento speciale. La sua aspettativa era altissima, talmente alta che non si è reso conto neppure dopo che tutto il lavoro fatto gli è servito per essere pronto.
Insomma il suo corpo era pronto nel momento giusto e la sua mente era pronta nel momento giusto per cui ha potuto accogliere.
Parla di enorme sofferenza perchè c'è una grande trasformazione del corpo a livello fisico.

Le conclusioni che ne traggo dal suo racconto fin'ora sono che la sua aspettativa gli impediva di vedere che tutto ciò che faceva lo avvicinava ma anche allontanava da se stesso e da ciò che cercava e che quando lo ha raggiunto ha negato che quel che ha fatto sia servito al fine di ciò che ha raggiunto. Se da una parte forse è vero che non serve per ottenere quel cambiamento dall'altra se non si è pronti non si supera l'esame.

Non so... ci sono cose di lui che mi lasciano un pò perplessa ma i discorsi sullo stato naturale e sulle chiandole che corrispondono ai centri energetici sono interessanti e ci vorrei tornare.

Sul discorso della volontà io credo che lui avesse perso interesse verso ogni cosa compreso se stesso.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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