Discussione: Il paradiso perduto
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Vecchio 15-01-2011, 00.44.23   #29
diamantea
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Quel pomeriggio d'estate stavi realizzando il tuo sogno di cucinare davvero come fossimo ai tempi delle caverne.
Ogni giorno cucinavamo la pasta per le bambole mettendo le pentoline sul finto fuoco piene di acqua e poi ci lasciavamo rammollire la pasta fino a sembrare cotta.
Poi ti venne l'idea di accendere il fuoco. La prima volta lo facesti sotto il muro limitante con i vicini, ma la cosa non riuscì bene perchè il fuoco divampò pericolosamente e fu solo grazie all'acqua della vasca dei pesci lì vicino che spegnemmo subito.
Quel pomeriggio, faceva caldo e i genitori erano a letto per il solito riposino prima di andare al lavoro.
Tu pensasti di cucinare la pasta per davvero, avevamo già mangiato, ma l'idea di un vero fuoco, con vere pentole e vera pasta solleticava parecchio.
Stavolta il fuoco lo accendesti nella parete più alta senza vicini a curiosare, vicino il grande albero di alloro dove il papy aveva costruito un piccolo capanno per gli attrezzi. Era una zona in cui non giocavamo spesso, era territorio suo quello, ma era riparato oltre che dal lauro anche dai pruni e dalla vasca dei pesci.
Fu emozionantissimo raccogliere un pò di legna e carbonella, sistemare il focolare su cui hai messo un pentolino d'alluminio, nel frattempo preparavamo la tavola con delle cassette di frutta.
Io quella tavola con il chiodo l'avevo vista, non doveva stare lì ma intanto ci stava, e noi ci giravamo intorno schivandola. Ricordo che pensai pure di stare attenta a non metterci il piede sopra, sapevo che l'infradito di gomma non mi avrebbe protetto, pensai pure che avremmo fatto meglio a levarla, ma sai la pigrizia, il gioco, l'incoscienza... avevo 7 anni nemmeno compiuti.
Ho un ricordo nitido, c'era un silenzio particolare fra noi che sapevamo di fare qualcosa che non sarebbe stato approvato dai genitori. Ci scambiavamo poche ed efficaci parole.
Insomma la pasta era quasi pronta, la tavola sistemata, la salsa l'avevi conservata dal pranzo. Il tuo e nostro sogno di un vero pasto cucinato all'aperto si stava realizzando.
E' stato terribile vedere tutto il gioco rovinato da uno stupido chiodo arrugginito che nessuno ha tolto di mezzo e si è conficcato nel mio piede.
Non posso dimenticare come papy fece volare via il nostro pranzo. E la mamy poi... mi sentii in colpa per te, per noi, per il gioco e poi il tormento di quel piede. Che io ricordi non accadde più di ripetere l'esperienza.

In qualche post prima hai detto di aver sviluppato l'ansia della mediazione fra i due galli, io invece ho sviluppato l'ansia di quel che poteva capitare a te caporiona di guai, a cui ero infinitamente legata, a nostro fratello che amavo tanto che tornava sempre tardi a pranzo e da più grande la notte, alla nostra sorella che non voleva mangiare, con lei litigavamo sempre ci tiravamo i capelli fino alla radice, però non facevo mai la spia, la reazione esagerat.....ma della mamy superava ogni ostilità fraterna. Mia madre trasformava ogni episodio in tragedia.
Noi fratelli non ci siamo mai traditi, ci siamo sempre coperti, difesi l'uno con l'altro, e lo facciamo ancora oggi che siamo grandi. E' questo è molto bello.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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