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Vecchio 20-01-2011, 16.37.08   #7
diamantea
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La mia maggiore causa di ristagno è l'incertezza. Quando la meta non è chiara, vedo i cambiamenti in previsione ma non lei d'uscita, passo un lungo momento di empasse energetica, di svuotamento, di paralisi.

Uso l'energia in cerca delle possibilità come vie di uscite, le devo valutare tutte, devo arrivare all'estremo, cioè "al male che vada mi uccido" per iniziare la risalita.
Sicuramente la perdita della sicurezza per la sopravvivenza, degli affetti importanti, le malattie e la povertà sono gli argomenti in cui ristagno.

Disperdo in tutte le cose credo tipicamente femminili, come le chiacchiere inutili e futili, i convenevoli, il difendermi dalle malelingue, le fantasticherie, i desideri insolvibili... un elenco lungo.

Però quando voglio le giornate posso renderle molto fruttuose, riesco a concludere veramente tanto, poi c'è quel pensiero di cui parla Kael nel 3d inerzia, cioè mi convinco che se l'ho fatto oggi domani non sono capace, non ho abbastanza energia, se è riuscito oggi è stato un caso, un'eccezione che non può diventare regola.
Sarebbe interessante approfondire da dove nasce questo convincimento...

Il quando voglio non deriva dalla volontà della mente o dal senso del dovere ma è una pienezza dell'essere, una spinta naturale e facile, senza sforzo, come una chiarezza, immediatezza d'azione che la semplice volontà non riesce ad attivare.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"

Ultima modifica di diamantea : 20-01-2011 alle ore 16.42.00.
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