Discussione: Opera al nero.
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Vecchio 30-01-2011, 17.05.38   #363
centomila
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
La struttura diciamo psico-fisica del momento, anche sottile. La forma ha la caratteristica di avere una "memoria", nel senso che anche di fronte a sollecitazioni il sistema tende a riprendere la forma... come se schiacci un palloncino. Per modificare realmente si deve rompere la forma.
Grazie Ray. A volte (spesso ) sembro (sono) più tardo del normale.........

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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Cioè, se si sta bene inn una forma è necessario star male per romperla? E star male non è già romperla?
Rischia di essere un grosso guaio...
Per come la vedo io funziona così: per rompere una forma è indispensabile star male per volerlo fare. Se stai bene........marameo! Star male non è già romperla ma desiderare di farlo. Esattamente come quando vuoi smettere un vizio o, più in generale, correggere un comportamento. Sto parlando praticamente. Poi, da un punto di vista spirituale e anche psicologico è chiaro che desiderare di rompere una forma è, in qualche modo, cominciare a farlo. Ma terminare......terminare è tutto un altro discorso.

Mentre leggevo la tua spiegazione la mia mente ha associato, istantaneamente, l'inerzia. La FORZA inerziale. Ebbene, è richiesta una forza molto, molto intensa per mutare lo stato dinamico o statico di un corpo. Se non ricordo male, c'è pure una legge che quantifica la forza necessaria a mutare lo stato inerziale di un corpo fermo o anche in moto. Insomma la forza che serve a fermare un corpo in movimento o farne partire uno da fermo.

Chiedo scusa se l'esposizione non è un granchè ma in Fisica, pur essenso una materia oltremodo appassionante, non sono molto ferrato.

Per concludere il mio punto di vista: per rompere una forma è necessaria una grande energia iniziale necessaria a contrastare la naturale inerzia della forma "palloncino" e successivamente (nello strappo finale) applicare nuovamente una grande energia per impedire al "palloncino" di tornare allo stato iniziale e, viceversa, farlo esplodere. Esattamente come fanno i bambini (presente la contrattura, la smorfia del loro viso un attimo prima di raggiungere l'agognata meta del botto?). Va da sè che l'energia iniziale è abbastanza facile da reperire (l'entusiasmo di chi cominia un'opera) ma quella finale..........eh quella finale è roba diffiicile!

Ti ringrazio per aver pensato al palloncino: più indovinato di così si muore


In ultima analisi una mia esperienza personale in chiave cristiana: tutte le volte che vinco una circostanza sfavorevole che mi dà sofferenza (sul lavoro, in famiglia, etc.) non riesco a godermi i risultati per più di un nanosecondo. Non so.......trovo un accordo stupendo con capo e colleghi......mi cambiano capo e colleghi o mi cambiano l'ufficio. Trovo un ottimo modus vivendi con i miei suoceri e non si fanno più vivi. Oppure scopro (ero leggermente più giovane) di aver talento per un determinato sport ma il dottore mi vieta di praticarlo.

Ebbene, consolazioni a parte, in linea generale l'insegnamento cristiano dice che l'uomo amato dal Signore è molto provato. Affinchè non si affezioni alle cose di questo mondo che lo allontanano da Dio. E per molte altre ragioni che non sto qui a riportare perchè vi siete sforzati abbastanza a leggere le mie parole.

Chiedo scusa per la lungaggine.
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L'unico vero insuccesso nella lotta consiste nello smettere di combattere.

Ultima modifica di centomila : 30-01-2011 alle ore 17.23.35.
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