Discussione: Il paradiso perduto
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Vecchio 06-02-2011, 10.59.18   #49
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Provo a riprendere. Avevo perso la voglia dopo che quell'adorabile cagnolina di mia sorella è stata così male beccando il veleno per topi, e lasciamo stare che questi mi fanno pena anche. Ma la vita va così, anche le persone muoiono in tanti modi che non meritavano.
Non mi viene facile riprendere il filo del discorso, ma se lascio passare più tempo potrei anche non finire più questo scritto.

Riprendo, pur di continuare, col mettere a fuoco meglio una cosa che è emersa subito nella mia mente fin dall'inizio della storia, cioè il tempo che dedicavo alle cose, anzi al gioco o a ciò che prendeva il mio interesse. Si è capito che mi-prendevo-tutto-il tempo-che-avevo, tenendo conto dei doveri ai quali ritagliavo tempi minimi e senza tutta la mia attenzione. Certo se cerare il pavimento della mia stanza mi appassionava non era considerato dovere, come anche fare le ciambelle o pulire in una volta la casa, cosa che avrebbe dato un effetto più soddisfacente rispetto alle pulizie quotidiane che consideravo un rallentamento ai miei trafici ludici. Una cosa questa che mi portai anche in altri occasioni. Al secondo liceo proposi l'interrogazione volontaria su diverse lezioni arretrate da preparare in una volta. Anzichè dedicare un'ora al singolo paragrafo di letteratura o di storia, dedicavo due interi pomeriggi a fare più capitoli. Una cosa che piacque agli insegnanti e che a me e ad altri portò molti ottimi voti. Di contro capitava pure di essere impreparati nelle materie dei professori ai quali questa cosa non interessava.
Fu un insegnante di grande temperamento, laureato in fisica, appassionato alle sue materie che in due anni mi diede una impronta un tantino diversa, ma solo nelle sue materie, matematica e fisica, anche se la seconda mi appassionava meno però. L'esercizio di matematica era come un gioco, breve, con la regola da applicare e un risultato immediato. Idem il problema, così nei pomerigi precedenti la lezione facevo direttamente in bella tutti gli esercizi sulla regola, e non solo quelli assegnati ma tutta la fila. Fu una cosa bellissima.
Ma su questo insegnante ci vorrò tornare, perchè con lui compresi la differenza tra gioco e passione applicata alla vita reale, e allo studio, passaggio questo importante alla vita da adulto. Non fu sufficiente ovviamente, poi lui preferì inseguire una carriera più brillante e ci lasciò "orfani". La guida era già nelle mie esigenze, e lui lo era davvero un buon modello a parte il peccato della ambizione. Ho chiaro in mente che già allora qualcuno che mi educasse ulteriormente io lo desideravo. Da preside credo egli abbia più rotto le scatole agli insegnanti, che portato un maggiore insegnamento agli allievi. Lo pregammo di non abandonarci al penultimo anno, ma lui disse che comunque prima o poi una classe l'avrebbe dovuta lasciare interrompendo il triennio, e aveva scelto di lasciare proprio noi. Un vero peccato, una perdita grandissima per me. Sono poche le persone che mi diedero qualcosa per cui pensare che valesse la pena seguirli come modelli; comunque ci sono stati. Già di mio avevo due genitori votati principalmente al profitto economico, con l'aggravante che mia madre badava molto alle apparenze man mano che si affermava in quella società pettegola di piccole vedute che di lì a pochi anni di intensa crescita economica sarebbe cambiatata anche verso una maggiore cultura, ma a beneficio solo di future generazioni riguardo a maggiore libertà, perchè i genitori di allora ignoranti erano e ignoranti restarono, e i loro figli, cioè quelli come me, hanno pagato un tributo in termini di conflitti come tutte le generazioni di passaggio. A volte nella ignoranza e nella semplicità si è più felici. Una figlia come me doveva essere considerata al pari di un ragazzo ormai, i benefici economici andavano accompagnati da tutto ciò che di solito ne segue. Invece fui impedita nel seguire gli studi che mi piacevano, perchè lontani da casa, e solo per pregiudizio e attaccamento. Tanto valeva allora che mi mandassero a lavorare. Avrei incontarto un bravo ragazzo semplice, senza grillli per la testa, e sarei stata meglio e oggi non scriverei niente. Mah, prometto di non scrivere ancora cose tanto inutili... Se mi leggesse mo figlio rimarebbe molto deluso e avrebbe ragione, perchè sono felice che lui ci sia ed esattamente così com'è. Sono quì per parlare dei modi in cui ero capace di rende felice me stessa e non dei rimpianti e delle recriminazioni, e il discorso non è ancora esaurito, lo continuerò. Buonissima domenica
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