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Vecchio 18-02-2011, 10.55.54   #34
Uno
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Ci stiamo avvicinando
Nel concetto manca il discorso del cosa ci facciamo, e come, con quello che passa per noi (o si blocca).
Ogni cosa dovrebbe essere elaborata, sistemata... messa in archivio, insomma dovrebbe costituire in termini semplici l'esperienza (che non è mera memoria, ricordiamolo per sicurezza), e in definitiva anche la base della nostra essenza: siamo quello che facciamo.

Quindi ricapitolando quando facciamo entrare qualcosa in noi (perchè è qualcosa a cui per diversi motivi permettiamo il transito) può grosso modo prendere due strade:
La elaboriamo e poi la scarichiamo naturalmente (che sia passandola ad altri che ne necessitano o riversandola nell'ambiente con sistemi più o meno evidenti e durevoli, perchè comunque l'abbiamo "macinata".
Si blocca, ci rimane sul groppone (in tutti i sensi) e se non troviamo chi ci presta attenzione e tutti i meccanismi detti da Ray....

L'attenzione è come un imbuto naturalmente, da sopra (per capirci, ma non è un sopra... è l'entrata) può entrare roba grossa ma sotto può uscire solo roba lavorata.
L'unica libertà di manovra è chiudere, restringere la parte superiore... anche più del beccuccio di uscita, ma in quel caso si diventa apatici... non si viene sommersi dagli altri ma si ha anche poco materiale su cui lavorare.

Possiamo scegliere fino ad un certo punto quello che deve entrare, se una cosa ci serve possiamo nasconderci un pò ma prima o poi entra, arriva...
Inevitabilmente vivendo male (e chi, quanti... vivono bene?) ci si ingolfa prima o poi perchè entrano delle cose che non vogliamo assolutamente lavorare, vedere etc....
Ecco che entra in gioco questo meccanismo di mutuo soccorso. Io sono ingolfato? L'amico mi presta attenzione, riverso un pò di roba da lui, mi si crea spazio e posso lavorare sul resto, poi mi devo riprendere il mio.
Anche se l'amico riesce poi a riversare su altri... gira gira il mio, o equivalente, mi torna.
Il problema nasce quando si riversa su qualcuno e si continua come prima, poi la roba torna indietro e si cercano altri per ripetere il giochino.
Quello si sfoga un pò, ottiene un beneficio momentaneo, ma non sistema le cose.

Adesso veniamo a chi presta attenzione. Come giustamente avete detto a volte ci si sente stanchi e a volte pieni di energia.
Ammettiamo che noi prestiamo attenzione sempre nello stesso modo (che non è ma poi vediamo) se chi vuole attenzione ci manda roba, inizia a lavorare, in tempo reale, su quello che gli rimane e si riprende subito anche quello che gli stiamo tenendo al minimo non ci stanchiamo, torniamo minimo come prima, se invece ci consegna il fardello, non fa nulla e cerca di non riprenderselo, almeno momentaneamente, ci massacra.

Però noi, indipendentemente dall'altro, possiamo anche fare una cosa (ovviamente se ne valesse la pena), se mentre ci arriva la roba, pur non elaborandola (non è roba nostra, non è compito nostro) la mettiamo un pò in ordine e la ritorniamo indietro in questo modo, oltre che aiutare l'altro impariamo delle cose e lavoriamo sulle nostre cose.
Mentre mettiamo a posto i "pacchi" dell'altro, visto che di magazzino ne abbiamo uno solo, dobbiamo per forza prender in mano anche qualche pacco dei nostri e magari contestualmente qualcuno lo lavoriamo in tempo reale.
Se invece ci arriva il tir dell'altro, buttiamo tutto dentro alla rinfusa intanto ci ingolfiamo e ci sentiamo sfiniti, poi rischiamo pure che nel restituire ci rimane qualcosa che si perde in mezzo al casino.
Questa è una cosa su cui inconsciamente a volte l'altro conta, se uno impara (o gli riesce per caso) a lasciare un pò di pacchi ad ognuno che incontra gli pare di trarne sollievo, di far meno fatica etc..


Credo che sia abbastanza materiale per continuare il discorso, Cento probabilmente non mi amerà più tantissimo , perchè con quest'ultimo post potrei fargli vedere anche altro, forse non piacevole.
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