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Vecchio 30-08-2010, 17.32.26   #72
Telemaco
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Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
Per comprendere l'aforisma di Gurdjieff che citi bisogna aver approfondito la sua opera appena un pò per capire di cosa parla......

Quando associ "condizionamenti a motivazioni" non ne capisco il senso che vuoi dare.....

io non nego affatto la tua tesi per cui basta lasciarsi vivere e tutto accade

Purtroppo però quella via proviene da una interpretazione delle scritture orientali....

Cosa cambia con lasciarsi vivere e iniziare a pensare?
Ho letto quasi tutto di Gurdjeff e so cosa intende dire, comprendo la tua precisazione.
Ciò non significa che io sia d’accordo con Gurdjieff su tutto, almeno entro i limiti della mia comprensione.
La frase di Gurdjieff può effettivamente avere un senso relativo e non assoluto, così come tutte le frasi celebri, ma resta il fatto che di tutta la popolazione mondiale credo che nemmeno 1 su un milione possa non essere soggetto al “tutto accade” come inteso dallo stesso Gurdjieff.

Anche sul vero significato delle frasi di Gesù troverai mille diverse interpretazioni e tutte belle e credibili, ma Dio solo sa quale era veramente la sua.
Questo ci insegna che comunque noi dobbiamo prendere queste frasi come spunti non come valori assoluti, poi sta a noi applicarle alla realtà con la nostra testa.

Io sicuramente sono condizionato da mille spunti altrui nel mio ragionare (come tutti d'altronde), ma il mio ragionare diventa unico nel momento che non prendo per buono tutto ciò che è stato detto, ma lo filtro attraverso la mia esperienza unica e che non sempre trova conferme.

Sì condizionamenti e motivazioni sono cose tra loro diverse, ma non ho potuto approfondire per motivi di spazio.
Quindi ti faccio un esempio.
Se io devo compiere una scelta (rubare o non rubare) , lo posso fare solo prendendo una decisione.
Quando mi metto a pensare cosa decidere, nella mia mente cosciente o incosciente affiorano tutte le informazioni in mio possesso.
Quindi decido in base a queste informazioni e secondo una motivazione ben precisa che trovo in me stesso.
Questa decisione scaturisce sia dalla mia buona o cattiva natura/predisposizione che dalle esperienze che mi sono successe (anche inconsce visto che da piccolo posso aver subito un trauma di cui neppure ricordo l’esistenza) che influenzeranno la mia decisione.

Alla fine la scelta sarà dettata dalla somma di tutto ciò che sono, e come in una formula matematica uscirà un risultato univoco.
Per non essere così ci dovrebbe essere una variabile indipendente capace di controllare/modificare il risultato.

Tu dici che con un atto di consapevolezza noi possiamo liberarci e risvegliarci a tutto ciò e quindi trovare questa parte in noi.
Io vorrei veramente che fosse così, ma quello che mi piace è un’altra cosa da quello che mi riesce di capire.
Cosa sarebbe questa variabile indipendente da tutto ?
Se la variabile fosse veramente indipendente la scelta non sarebbe da ritenersi veramente “nostra” perché la sua causa è indipendente per definizione e quindi tutt’alpiù ereditata come natura, quindi o ce l’hai o non ce l’hai e il liberarsi dipenderebbe da lei non da noi.
Se esiste una parte pura di noi che trascende il nostro essere (e quindi la nostra natura condizionata) questa non può che essere Dio stesso, ma in questo caso non sarei “IO” come lo intendiamo ad agire liberamente ma Dio stesso.

Per riuscire a liberarci dal nostro sonno dovrebbe accadere quindi qualcosa in noi che ci induca a farlo a trascendere da ciò che siamo.
Gurdjieff parlava di uno shock esterno….. e diceva che da soli e senza una guida è impossibile riuscire a risvegliarsi.
Ma questo equivale a dire che il nostro risvegliarsi e liberarsi dai condizionamenti non dipende solo da noi e che non possiamo considerarci veramente liberi di scegliere cosa essere, ma che tutto accade, e che non esistono meriti o demeriti al nostro riuscire o meno a liberarci (questo lo aggiungo io).
Ci sono diversi livelli di significato nelle dottrine….

La mia tesi comunque non è quella di lasciarsi vivere, anzi, per me noi dobbiamo sempre fare del nostro meglio e sentirci responsabili di quello che facciamo, ma con la consapevolezza che comunque non siamo veramente “noi” ad agire e come tali sentirsi testimoni di sé stessi…

Io non interpreto le scritture orientali, ne posso essere in parte influenzato come lo sono per qualunque altra cultura, ma il mio ragionare non è una interpretazione.
Ragiono con la mia testa prendendo da ciò che conosco solo ciò che mi da risposte che trovano riscontro in me, rispondendo alle più svariate domande che mi pongo.
Quando dico di non prendere troppo alla lettera le parole dei testi antichi, lo dico per chi invece sembra farne riferimento assoluto per avvalorare le proprie tesi.
Senza considerare che quei testi nessuno può sapere veramente se sono originali, tradotti correttamente e cosa essi intendevano veramente dire.
Non c’è alcuna offesa in tutto ciò ed è proprio il contrario che crea disastri di divulgazione.

Iniziare a pensare, già….
Il punto è come farlo trascendendo il nostro essere pluricondizionato…a meno che di non essere Dio stesso.
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