Contatto fisico
Degli studiosi sostengono che le attuali carezze derivino da una ben più antica pratica igienica di spulciamento di gruppo (vedi le scimmie) per cui adesso l'uomo conserva la memoria del piacere di sentire quelle dita addosso. Io posso essere d'accordo fino ad un certo punto, ma credo che tutti i tipi di contatto fisico che l'uomo nella sua vita ricerca, derivino da un ancora più antico bisogno.
E' innegabile come al bambino che piange alle volte basta essere preso in braccio dalla madre per sentirsi di colpo più sereno, o come una carezza fra innamorati infonda affetto e calore, o ancora come una pacca sulla spalla ad un amico gli infonda coraggio e sicurezza. Ed è altrettanto ovvio che tali gesti, di per sé, non avrebbero nessun valore se non fossero manifestazioni di qualcos'altro... però l'uomo vive identificato col suo corpo fisico e senza tali gesti ben poco è in grado di percepire di ciò che l'altro vuole trasmettergli. Due innamorati che stanno in città lontane, per quanto se la raccontano e si dicono "so che ci sei", in realtà devono fare i conti col non-esserci dell'altro a livello fisico... viene quindi a mancare la punta dell'iceberg e per quanto grande può essere l'iceberg sotto il livello del mare, risulta invisibile...
Quante volte per strada tocchiamo o sfioriamo decine di persone senza provare niente, ma poi se dietro c'è un sentimento d'amore o d'amicizia tali contatti innescano vorticosi scambi elettromagnetici che ci "scaldano"? Le nostre mani diventano un veicolo e il corpo fa da ricevente... anche la preghiera insegnata da Gesù prevedeva le mani aperte con i palmi rivolti all'insù, verso il cielo...
Quale grande mistero cela il nostro corpo...
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