Discussione: Il tempo
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Vecchio 05-05-2009, 14.36.41   #20
jezebelius
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Mhm..provo a dire qualcosa, pur non essendo molto sicuro. Tento.

Credo che il tempo, così come lo percepiamo e conosciamo, nella sua scansione degli eventi in cui si può " indicare" - usare " definire" gia mi pare più azzardato - un passato, un presente ed un futuro possa essere messo in relazione alla " scelta" individuale.
Ossia, quel che è accaduto, quel che accade e quel che accadrà è condizionato da come noi abbiamo fatto, facciamo e faremo determinate cose o, per altro, dai comportamenti che teniamo in un momento.

Ora, in accordo con il fatto che è il passato, il quale per convenzione lo vedrei come un contenitore all'interno di cui c'è quel che ci ha riguardato, condiziona sia l'oggi e quindi di conseguenza il futuro.
Una scelta - non entrando nel merito della "scelta" però - è condizionato da qualcosa nel passato e dunque condizionerà il futuro. Ed il presente?
Potrei dire che il presente è dove le due forze, i due contenitori, passato e futuro, si annullano o anche si incontrano.

Credo anche che nella limitata percezione di tutto ciò non possiamo fare altro che immaginarci su di un nastro, su di un vettore che ha un inizio ed una fine, almeno in riferimento a quel che " sappiamo" di noi.
Il dato certo è che c'è una nascita ed una morte - almeno per quel che riguarda l'uomo - e che, il recinto che da questi due punti ne viene costruito, deve essere riempito con la vita, con le scelte ad ogni livello.

Ancora, il tempo ad uno stato " superficiale " non può altro che essere definito come sequenzialità di eventi. La scansione che utilizziamo per definire i giorni, i mesi, gli anni e via via sempre di più, con gli eventi ricompresi all'interno di quelli, ci aiutano a collocarci nella dimensione temporale.
Ci aiutano per attribuirci una posizione in una dimensione sconosciuta che non riusciamo a percepire nella sua ampiezza.
Ed è questa mancanza che restringe il campo della nostra percezione dandoci l'illusione di essere su un percorso " scorrevole".
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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