Discussione: Trattenere e Spingere
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Vecchio 13-10-2011, 22.52.27   #52
Ray
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Originalmente inviato da diamantea Visualizza messaggio
Il trattenere parte da un organo, una funzione, una parte di se che sviluppa quell'energia che va trattenuta. Immagino una contrazione, un impegno di una parte che sviluppa energia da indirizzare in una direzione. La si trattiene per poi rilasciarla, così oltre il dovuto, oltre il limite di tempo ipotizzo si possa causare una modifica, una trasformazione o un danno, un pò come la somatizzazione che a furia di assorbire energia repressa sviluppa una malattia.
Un ragionamento da verificare.

Anche il discorso di abituarsi a trattenere... parto dal presupposto che il trattenere indica anche una quantità, può essere quantità di energia, o rifiuto organico, in ambedue i casi quantità e tempo potrebbero essere due parametri del trattenere e dello spingere.
Il trattenere è una quantità che teniamo dentro per un tempo, occupa uno spazio dentro di noi, uno spazio che contribuisce a riempire la brocca o contenitore o secchio o come lo vogliamo definire. Se tratteniamo troppo a lungo e troppe cose in una volta rischiamo di intasarci, di riempirci e bloccarci, o di prenderci un'intossicazione.
In questi casi la spinta la vedo come un'azione sbloccante utile alla sopravvivenza anche se di effetti a volte catastrofici, per cui capisco l'importanza di trattenere e vuotare senza spingere, quindi anche l'importanza del fattore tempo, un elemento che a me da molta ansietà ad esempio e mi porta a spingere.

Sulla questione sopravvivenza io credo che tutto ciò che non è consapevolezza è sopravvivenza, quindi se lo spingere è frutto di inconsapevolezza nel gestire il trattenere, è atto alla sopravvivenza di quella parte vitale di noi che rischia di soccombere o danneggiarsi.
Anche questo da verificare, io provengo dalla repressione ed ora mi sto aprendo veramente ma spesso spingo ciò che sale e non riesco a trattenere con la giusta pressione, mi assale l'ansia di non avere tempo a sufficienza per la sopravvivenza.
Come ho accennato in "emozioni negative" (il discorso si sta sviluppando sui due tread), non si può trattenere più del proprio limite. Una volta raggiunto quel che stavamo trattenendo esce... possiamo spingere oppure no e rilasciare. Ma esce. Nel caso delle emozioni o esce verso fuori (esprimere... qui il rilasciare apre nuovi orizzonti) o verso dentro (reprimere), ma sempre esce da dove stava.

Quando tratteniamo che succede? Aumenta la pressione. Aumenta da sola, per l'atto del trattenere, non siamo noi che comprimiamo, a meno di concentrarci (per le cose che si può).
Quando la pressione aumenta, la cosa trattenuta cambia... in quanto cambiano le condizioni dell'ambiente in cui si trova. Con la pressione ad esempio aumenta la temperatura... ma non solo. Possiamo dire, con una metafora che è tale fino ad un certo punto, che trattenendo "cuciniamo" la cosa che tratteniamo.
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