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Vecchio 02-03-2007, 22.37.53   #8
'ayn soph
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Traducendo quanto sopra si può dire che ogni cosa manifestata simboleggia sia il tutto che tutte le altre cose. E che la differenza che può risultare tra due specifiche manifestazioni non è altro che l'indizio della loro somiglianza e origine comune riscontrabile tramite sintesi superiore.
Infatti il microcosmo è l'immagine "umana" del macrocosmo e viceversa. E questo vale per qualsivoglia singola specificità... la quale, per analogia, rappresenta e contiene in potenza, tutte le altre... in ogni uomo c'è tutto il cosmo e nel cosmo c'è ogni singolo uomo... siamo fatti a Sua immagine e somiglianza...

Detto questo - spero si capisca, ma ogni ulteriore chiarimento è il benvenuto - risulta chiaro che dire "cicli cosmici" e dire "cicli" è assimilabile, non potendo essere i cicli atro che cosmici.


Data la legge di analogia, di cui una delle possibili espressioni è il famoso "come in alto così in basso", la faccenda dei cicli cosmici è applicabile a qualsiasi aspetto della manifestazione, oltre che alla manifestazione stessa. Questo fa di essa una dottrina fondamentale della Tradizione.

Uno dei possibili aspetti di questa dottrina è la sua applicazione in ambito temporale... quella più nota. La tradizione che ha sviluppato maggiormente questo aspetto, per quel che ne sappiamo, è la tradizione indù e forse sarebbe da continuare il discorso nella specifica sede.
Accenno solo che alcuni numeri che escono da questa applicazione risultano importanti anche per lo studio e la comprensione di altre tradizioni o dottrine... per fare un esempio, il numero 4320, che è strettamente connesso sia alla precessione degli equinozi, sia alla suddivisione in Yuga dei manvantara, secondo l'alchimia cinese è anche il numero di anni che un metallo impiega a diventare oro naturalmente... cioè senza che l'alchimista acceleri il processo.

Tenendo sempre l'attenzione su questo numero apparentemente strano... 4320... si potrebbe notare che esso, oltre a quanto citato sopra, corrisponde al numero di minuti che ci sono in tre giorni.

Ora, se pensiamo che, stando appunto all'alchimia cinese, questo numero esprime in anni il tempo necessario all'Opera senza accelerazioni, e se consideriamo che invece, "accelerando", in tre giorni si distrugge e ricostruisce il tempio, potremmo chiederci quale rapporto intercorre tra minuto e anno... e cosa questo rapporto potrebbe a sua volta mostrare...

Secondo il calendario Maya, un ciclo di 4320 anni dovrebbe concludersi tra sei anni, 2012 ....

La terra e il nostro sistema solare si muovono nel cosmo in un movimento a spirale identico al piano elicoidale del nostro DNA, chissà... nel nostro piccolo racchiudiamo i segreti del cosmo... e proveniamo da quel Principio a cui si rifà la tradizione primordiale....
L'unico che veramente ha distrutto e ricostruito il tempio in tre giorni è Gesù Cristo, la pietra angolare, il primo e l'ultimo... assumendo la natura umana ci ha fatto partecipi di questo e ci ha fatto capire che il nostro corpo racchiude in scala i segreti del cosmo e della materia... plasmati a sua immagine e somiglianza.


L'applicazione della dottrina dei cicli all'ambito temporale (piano di manifestazione del corporeo in senso ampio) comporta una visione del tempo molto diversa da quella "comune", che è dire occidentale moderna e, in questo caso, scientifica.

La visione comune del tempo è lineare... cioè il tempo si sussegue più o meno in modo costante... c'è un inizio e forse ci sarà una fine... e il tempo per così dire procede in una sola direzione. questa visione comporta che un avvenimento passato è concluso, non esiste più e nulla può interagire con esso.

La visione tradizionale invece è circolare... o meglio a spirale. E' un continuo susseguirsi di inizi che portano a fini che rappresentano altri inizi... questo a tutti i livelli. Indipendentemente da quanto ampio sia l'ambito considerato la visione tradizionale troverà un costante procedere ritornando... un rinnovarsi compiuto un percorso... un andare avanti verso il punto da cui si è partiti.
questo non significa che il tempo vada indietro... ma che gli avvenimenti, pur se diversi nello specifico, sono anche gli stessi in un ambito più generale.
Il mondo avanza verso la distruzione e rinasce dalle sue ceneri... la luna cresce splende cala e muore per ricominciare da capo... stessa cosa per i cicli vari all'interno del nostro corpo o nella natura... tutto insomma.
Il mito della fenice dice innanzitutto questo.

I cicli più piccoli (di ambiti minori) sono compresi in quelli più grandi, così come gli ambiti maggiori comprendono le loro parti. Inoltre tutti i cilci sono interconnessi in un unica enorme e complessa struttura (senso etimologico)... ed è proprio questo a fornire realtà alle cose... a fare cosmos dal caos.


La ciclicità della realtà produce la possibilità (e la necessità) dei Riti.

Siccome tutti gli ambiti, ampi o ristretti che siano, sono interconnessi, la mia azione, se voglio che sia Reale (cooperazione alla Struttura) deve essere ritualizzata... ovvero valere non solo nell'ambito dove sto agendo ma in tutti. Per fare questo deve richiamare... ripetere gli atti corrispondenti (analoghi) esistenti ai livelli più alti. I riti funzionano così... sono la ripetizione e il rinnovamento di atti cosmici o promordiali o eroici o antichi o qualcosa di più grande.
Nell'Eucarestia la comuniopne cristica viene ripetuta e rinnovata... non solo ricordata. Questo la rende sacra (sacrum facere... sacrificio) e quindi reale vera. Un atto non rituale, che non richiama nulla ma vuole valere di per se è un atto che non esiste (agitarsi a vanvera), che non è dotato di realtà (sacralità)... non ha struttura perchè non vi partecipa... non è costruire, è distruggere.

E' in questo modo che possiamo avere chiara l'idea di come sia tutto interconnesso, che i Maestri del passato, Pitagora compreso, si rifacevano a questa grande tradizione primordiale.
C'è da considerare che questa però anche si evolve nella conoscenza umana.
Resta Completa in se, ma evolve nell'uomo.
Così ad ogni ciclo si espande con maggiore chiarezza.

La Tradizione si sviluppa e si adatta.

Nel suo manifestarsi... o meglio, nel seguire il corso della Manifestazione, si sviluppa e si adatta alle particolari situazioni e necessità che via via si presentano.
Ma non possiamo considerarlo un arricchimento. Solo un divenire manifesto di una serie di aspetti potenziali.

Ritorno un attimo alla Manifestazione della Tradizione ed ai personaggi che in un certo qual modo l'hanno rappresentata.
Questa con una ciclicità regolare, ed oserei dire anche quasi costante, si " affaccia ", o si è affacciata, nella Storia attraverso persone di grande calibro. Ad esempio Melqui-Sedek, Abramo, Mosè, Salomone e via discorrendo, tutti punti di riferimento nei periodi in cui hanno prestato la Loro Presenza.
Non vorrei dire baggianate dicendo che Tutti sono stati l'Espressione di un Unica Tradizione che ovviamente, per quanto ne so, si è adattata al periodo come ha accennato Ray.
Per quanto riguarda i " Cicli " mi chiedevo se, ad ogni rapporto tra macro e micro , si poteva parlare di " Connesione " tra ciò che è in basso e ciò che è in Alto. L'analogia tra riferimenti a volte è davvero disarmante, come quella che si è postato sul numero 4320 rapportandolo al numero dei minuti contenuti in tre giorni.
Questo ad esempio, dal il mio punto di vista, rafforzerebbe la tesi secondo la quale per la distruzione del " Tempio ", a livello microscopico, ci vogliano tre giorni ma il Tempio in tale prospettiva potrebbe, a livello macrocosmico, essere rappresentato dal nostro Universo, come dice Stella .
Da questo si potrebbero considerare i numerosi spunti che sottointendono una " Trasformazione " che colpisce tutti i livelli del micro e del macro.

questi due argomenti sono l'oggetto dell'accusa.
'ayn soph non è connesso