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Vecchio 15-04-2009, 14.38.31   #33
Ray
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
io non ho scritto da nessuna parte che la prima volta che osserviamo una cosa l'osserviamo oggettivamente, ho scritto che le volte dopo siamo di solito condizionati, se non facciamo uno sforzo per non lasciarci condizionare.
Il problema che giustamente fa notare Nike è che questo sforzo sembrerebbe coincidere con una perdita della nostra identità. In sostanza la perdita di tutti i punti di riferimento che si hanno fino a quel momento. Ma io non intendevo questo, o meglio intendevo che è possibile vedere con occhi nuovi elementi già visti e allora osservare attentamente ogni più piccolo particolare fin quando l'energia della nostra attenzione ce lo permette.

Questo è l'altro parametro per vedere oggettivamente, occorre l'occhio del bambino, l'energia dell'adulto e poi l'esperienza del vecchio se proprio vogliamo dirla tutta. Perchè esperienza reale significa che alcune parti le abbiamo già osservate e non vanno necessariamente sostituite... il problema che di solito invece osserviamo con semplice e frammentaria memoria, quindi siamo convinti di aver già visto e/o capito una cosa mentre invece l'abbiamo scartata dalla prima vista e non l'abbiamo mai osservata attentamente, il tutto inconsciamente.
Si, ma io farei una netta distinzione tra percezione e osservazione. Che quest'ultima sia condizionata non ci piove e, anche se fornisci i parametri per poter avvicinare essa all'oggettività, che ci si scontri o meno con il limite introdotto da Luke, una volta raggiunta sarebbe comunque un risultato superiore alla percezione oggettiva, perchè permetterebbe l'elaborazione della stessa.

Per carità, il fine è quello, tuttavia io mi accontentavo della possibilità di una percezione e, se non erro, sostieni la potenzialità della neutralità del campo percettivo, o in condizioni di sua "verginità" o "fermando" le intereferenze interne (aspettative e simili).
Come dire che il campo, di suo, è neutro, ma viene perturbato nn solo dall'esterno ma anche dall'interno ed è questa perturbazione interna a renderlo soggettivo.

Il che, come dicevo, produce un "attimo" di oggettività, destinato magari a scomparire immediatamente, a fuggire come tutti gli attimi, ma pur sempre esiste ed è rincorribile da un soggetto abbastanza veloce.

O non ho capito che intendevi?
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