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Mi trovo in una casa, nel retro vi è un cortile coperto dove ci sono scaffali con cose vecchie che di solito sono abbastanza sistemate nei vari ripiani, invece come se da molto tempo non vi entrassimo non c'è nemmeno spazio per passare. Sistemiamo, buttiamo via cose inutili, liberiamo sedie e dove ora vi potranno dormire i gatti sui cuscini puliti. Abbiamo la possibilità di mettere lì anche cose che in casa ci ingombrano. Fatto spazio cambia la scena ed è come se mia madre ora alloggiasse lì la notte: una sua anomalia comportamentale, da barbona.
Dico a mia sorella che è meglio avere sistemato tutto, ma non è rimasto più nulla che prima riparava questo ripostiglio come le vecchie tende da sole ai lati, o tutte le casse e scatole varie che facevano da muri. Lei dice che le va bene. Guardo le coperte e sono insufficienti per il freddo straordinario che sta facendo, non è da lei volere l'essenziale e poco caldo. Ha fretta di coricarsi. Comincio a insistere, dico che si ammalerà di sicuro se dorme all'aperto così , che almeno si faccia mettere più coperte, che si metta una cuffia . Dice no e come sempre vince lei, non ha paura di ammalarsi, non la spaventa stare quasi in mezzo al vento. Mi sento addolorata, impotente, ho la sensazione che non le importi di morire, oppure non è più lei. E' irremovibile, era meglio se avessimo lasciato tutta quella confusione in quel retro pieno zeppo e nemmeno utilizzabile, lei non vi avrebbe messo il suo letto, non mi darebbe ora questo dolore questo senso di abbandono; noi dentro casa e lei fuori, e questo senso di impotenza.
Mi ha ricordato una cosa che lessi anni fà sugli Esquimesi, che gli anziani quando sentono che è ora di morire scelgono di allontanarsi da casa, al freddo, e i figli la lasciano andare. Ma sembrerebbe una storia.