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Vecchio 07-11-2007, 17.56.38   #4
dafne
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Prendo spunto da un discorso con Turi (che ringrazio per l'idea) ma non intendo riferirmi a lui o accentrare il discorso su di lui.
Perchè l'uomo sente il bisogno di unirsi ai suoi simili?
Ok, la parte animale, come per i branchi degli animali appunto, ne trae vantaggi in vari sensi su tutte le necessità fisiologiche, se l'uomo ha qualcosa di diverso dall'animale (a volte viene da dubitarne) ci saranno anche dei sensi più profondi no?

A voler sintetizzare tutto tornerei sul discorso specchi, ma dato che quello preso in tutte la salse ancora manca di alcuni spunti cambiamo sistema.
Perchè l'uomo arriva ad un punto che da animale fortemente socale per crescere, per trovare un suo percorso interiore etc etc si isola?
Che sia il convento per la maggior parte delle tradizioni Spirituali, che sia l'analista (cose diverse, sia chiaro, ma mi interessa il parallelo "ricerca di se stessi") l'uomo esce dal chiasso della società almeno per dei tratti, dei periodi.
Evidentemente c'è qualcosa che in mezzo al casino non trova, non può afferrare... la prima idea è che quest'oggetto da recuperare esiste solo nella tranquillità, ma sarà così?
O forse si cerca nella tranquillità perchè ci è impossibile (almeno ad un certo livello di esperienza) afferrarlo nel caos?

Trovare l'ago nel pagliaio non è da tutti.... su un pavimento piatto e con colore uniforme è cosa da chi ha una vista appena decente, qual'è il problema rapportando il tutto alla riceca di Se stessi? Ad una prima lettura può sembrare che Uno abbia manie di onnipotenza o che inciti altri a dover per forza competere, sforzarsi etc....
In realtà il fatto è che va bene studiare il virus dell'influenza in laboratorio, ma se poi quello che faccio sui vetrini non funziona sulla gente che vive a che serve?
Va bene allenare in palestra tutti i muscoletti deputati a poter giocare una splendida partità, ma se quando vado in campo perdo l'orientamento?

Sai Uno ho letto questo uo post e mi è capitato di pensare subito che questo è un bel discorso tosto, interessante...e poi che è un post dedicato ai "cervelloni", a chi di strada ne ha percorsa abbastanza e che se avessi cercato di risponderti avrei sicuramente fatto una figuraccia..quindi
facciamo stà figuraccia
Si,si sente il bisogno di isolarsi dal mondo ogni tanto, a me è capitato spesso ultimamente, anche se ho notato che ci sono due tipi di "isolamento", uno è una fuga, una specie di silenzio voluto per far zittire il mondo e macerarsi e l'altro è il silenzio della riflessione, quel vuoto che ti permette di tirare le somme su pensieri e avvenimenti vari.
Però poi quel tirare le somme va portato nel reale, va vissuto, essere calmi da soli non è lo stesso che essere calmi in mezzo agli altri. Cercare un ago su un pavimento, quindi senza alcuna sollecitazione esterna? è molto diverso che cercare nel pagliaio, quindi in mezzo a tutte le sollecitazioni che ogni giorno viviamo..
...
che dici? ...evaporo?
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