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Vecchio 16-11-2010, 22.06.16   #94
Uno
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Mi chiedevo se sia possibile, nella Via, che alcuni passaggi avvengano senza che ce ne accorgiamo al momento, ossia senza che la coscienza ne sia testimone. In questo caso potrebbe darsi che ce ne accorgiamo solo in seguito, magari quando la coscienza si sviluppa adeguatamente da sostenere ciò che in realtà abbiamo già vissuto, anche se - e va sottolineato - ad altri livelli.

Mi sono risposto che non solo è possibile, anzi è inevitabile. E non solo perchè viviamo e percepiamo in differita... ma se su questo mi sbaglio gradirei venire corretto o, perlomeno, sentire opinioni divergenti, possibilmente argomentate.
Se stiamo attenti nel discorso a non dimenticare "alcuni passaggi" si, è possibile ed anche inevitabile, come è inevitabile che per altri passaggi dobbiamo accorgerne, prenderne pienamente coscienza, pena il non reale passaggio ma solo un suo simulacro, a volte utile, ma più spesso dannoso.
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Se, come credo, esistano dei passaggi che compiamo senza rendercene immediatamente conto, ne segue che detti passaggi sono in realtà (almeno) due passaggi e non uno. Ossia quando compio il passaggio e quando mi rendo conto di averlo compiuto. Mi chiedevo quale dei due conta in realtà... per me ray ovviamente conta il secondo, ma per Ray, probabilmente no. Verrebbe da dire che determinate possibilità acquisite al passaggio non diventano effettive che al secondo passaggio, quello della coscienza. Nel senso che se non so di avere un'automobile, non la posso guidare. Il fatto è che non è sempre così... anzi, a volte ci si rende conto di avere un'automobile proprio perchè ci si scopre a guidare.
Ma tu puoi avere anche una automobile che non è tua, puoi guidare un'automobile che non è tua etc... tutto questo non ti rende proprietario di una automobile, viceversa quando sei proprietario di una automobile puoi averla e puoi guidarla indipendentemente che tu la faccia tenere e/o guidare ad altri.
Citazione:

Invece, dato il mio discorso dei due passaggi, lo sforzo per prendere coscienza di ciò che sarebbe anche se non so, si trasmuterebbe nel lavoro per produrlo. Quindi ci potrebbe anche stare. Tuttavia io personalmente non lo credo. Ritengo che sia invece una conquista di pochissimi. Credo però anche che, nella Via, tutti i passaggi presentino un lasco tra il loro verificarsi e la presa di coscienza del fatto che si sono verificati e forse, questo lasco è indirettamente proporzionale al percorso fatto (ossia maggiore più siamo indietro) ma di questo non sono per nulla sicuro. Potrebbe darsi che, a seconda dei passaggi, si presenti un fattore soggettivo che ampli, anche molto, o riduca il lasco.
E' il continuo sforzo per passare, ed il passaggio stesso, da uno all'altro stato che ci rendono qualcosa, ci fanno essere qualcosa. Quel qualcosa che nel discorso è una tappa/passaggio della Via.

Metti che metaforicamente sto seguendo una via per essere un atleta di pentathlon. Una tappa/passaggio potrebbe essere imparare a lanciare il giavellotto. Faccio degli sforzi etc... tutto il discorso visto.
Quando sono un lanciatore di giavellotto, cioè ho fatto un passaggio nella via da me scelta passo al lancio del disco etc...
Però non posso non lanciare più il giavellotto solo perchè ho imparato a farlo. Altrimenti diventerei un ex lanciatore di giavellotto. Si l'esperienza l'avrei sempre, ma se non continuo a lanciare giavellotti.... non dinventerò/sarò mai un atleta di pentathlon.

Questo è un errore che molti fanno nella Via, si passa un punto e lo si archivia perdendolo per quanto lo si fosse afferrato saldamente.

Non so se è abbastanza chiaro, quasi sicuramente non il continuo passaggio da non coscienza a non coscienza che nella Via potrebbe sembrare un controsenso se non lo si visualizza nell'eterno presente.
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