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Vecchio 27-05-2010, 01.16.12   #77
stefano
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
E' passato un po' di tempo, il tread si è raffreddato... è un buon momento per prendere una nuova direzione e toccare qualche altro concetto.

Come vedete dal titoletto del post voglio parlare del Nero. Sto usando un termine alchemico, ma in qualsiasi tradizione questa fase del cammino è chiamata in modi simili. Non mi metterò qui a ripetere ciò che è stato abbondantemente detto altrove in tantissimi tread, non solo quelli sull'alchimia, darò per scontato che ogni Ricercatore abbia un'idea più o meno vaga di quello di cui sto parlando. Il non Ricercatore questa idea non ce l'avrà e purtroppo non esistono parole che io possa usare per fornirgliela.

In una fase che io ritengo piuttosto avanzata del nero, il vissuto del Ricercatore si può riassumere grossmodo così: mi conosco, so di quelle parti di me che mi frenano nel cammino e so anche cosa dovrei fare e come dovrei essere per riuscire ad andare oltre ma so anche con assoluta certezza che è del tutto impossibile. Come si può facilmente immaginare non è la situazione più piacevole del mondo.
Il precedente lavoro ha fatto emergere tutte quelle caratteristiche che di fatto impediscono il cammino e tutta una serie di passaggi: ego, importanza personale, appetiti che dominano, tendenze proprie o ereditate che prendono il sopravvento, sonno e la lista può essere lunghissima. Di questa lista fanno parte delle cose assai pericolose, come il desiderio di fermarsi, la paura di abbandonare ciò che ci frena ma ci piace e simili... complessi che entrano in conflitto con quella parte che invece vorrebbe avanzare ma che finisce spesso in ombra, che è debole. Che non basta. Che in certi momenti non percepiamo neanche.
Ebbeh... che Nero sarebbe sennò?

Arrivati a quel punto si sa ormai benissimo come si dovrebbe essere e cosa si dovrebbe fare: in sintesi, diversi da come si è e molto, molto di più. Ma non ci si riesce. Si fa un po', c'è un barlume, ma poi si ricasca. Ci si rialza, sempre con maggior fatica e si fa un altro sforzetto, poi si ricasca. E aumenta la difficoltà a fare sforzi, aumenta il desiderio di non farli. E si fa sempre meno, meno di quel che si potrebbe, con però la lucidità che resta: la consapevolezza che si sta facendo meno, poco, troppo poco e che non siamo capaci di fare di più e meglio.

Come si esce da sta cosa? Beh, è una specie di segreto che sono convinto di conoscere solo in parte e che mi rendo conto che è molto meglio non dire. Meglio per chi legge intendo... ma anche per chi scrive, a pensarci bene.

Però posso dirne un altro di "segreto", che apparentemente non c'entra nulla e che ha invece a che fare con la Divina Commedia. Di questa posso paralre quanto mi pare, anzi anticipo che prossimamente, su questi schermi, compariranno tread di "studio" di questa magnifica Opera (non ho messo la maiuscola a caso).

Bene, anche chi non conosce granchè di quest'opera dantesca saprà che narra di un viaggio che Dante stesso fa nei tre mondi, inferno, purgatorio e paradiso, fino a vedere Dio. Per poi tornar fuori. Se dico che si tratta di un viaggio iniziatico non svelo nulla di che.
Forse molti sapranno anche che, quando Dante entra nell'inferno, sulla porta di questo, legge un iscirzione. L'iscrizione è famosissima e l'ultimo verso di questa recita: "lasciate ogni speranza voi ch'entrate". Anche chi non sa nulla di Dante questa frase l'avrà sentita...

Ebbene, una considerazione viene spontanea, o perlomeno viene a me. Infatti pare che non sia venuta a nessuno dei commentatori ufficiali, i quali leggono nella frase semplicemente la dichiarazione che l'anima che entra mai più uscirà quindi tanto vale che si rassegni.
Ma allora, perchè scriverla? Vien da pensare che chi entra potrebbe anche non farlo, potrebbe anche mantenere la speranza. E in effetti, molte anime che Dante incontra sembrano conservane... per non dire che Dante, che pur entra, poi anche esce e come lui forse qualcun altro...
Ma allora? Che senso ha la frase?
Si potrebbe leggerla come un consiglio....

molto simile a "mollare la presa" o è solo una mia erronea impressione?
stefano non è connesso