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Vecchio 06-02-2007, 16.42.02   #11
Shanti
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Originalmente inviato da Uno
Comunque pur condividendo il discorso della padronanza dell'argomento, nell'espressione alla fine vige la stessa regola dell'ascolto/lettura: l'attenzione, più ne metto e più mi esprimo... attenzione non significa razionalizzione... non solo, anche ma insieme alla spontaneità...
Sembra un pardosso... se ci ragiono non sono spontaneo... un cavolo... se il mio ragionare è ben integrato, senza sforzo... posso pure essere spontaneo, il discorso si complica quando (come in tutto poi) cerco di "trovare" un utile personale da ciò che dico... insomma i soliti discorsi di importanza personale, li si distorce tutto, primo perchè non esprimo me stesso ma quello che credo possa comodarmi, secondo per quanto me lo nascondo tento di far capire che conosco una cosa che in realtà non conosco...
L’importanza personale… E’questa dunque che mi impedisce di esprimermi, di esprimere me stessa. Paralizza la mia mente di fronte a qualunque argomento, dicendomi che sono un’idiota e che non arriverò mai a capire perché non sono in grado. Dice alla mia mente che è troppo limitata che non ce la può fare, mi fa mollare prima ancora di cominciare. Una bestia nera che combatto tacendo, sbagliando lo so, per non darle modo di distorcere quello che realmente penso e sento, e che resta nascosto in un luogo da cui non riesco a farlo uscire, se non dopo uno sforzo enorme che mi fa stare male per ore e ore. Questo pensavo fosse il significato del mio silenzio, e invece l’importanza personale agisce anche in questo caso perché poi alla fine quello che ne esce è l’immagine della saccente che non interviene perché sa già tutto. No, anzi mi impedisco di imparare e capire. E’ una lotta continua contro qualcosa che mi sembra diventare sempre più grande, che mi graffia e mi morde costringendomi all‘immobilità per sentire meno dolore. E mi fa graffiare e mordere chi mi dice di fare uno sforzo: come dire a qualcuno che non ha le gambe di camminare. Hai un bel dirgli che le gambe le ha, lui non se le vede… Ognuno ha i suoi mostri e questo è il mio.
Se sono qui a scrivere tutto questo, sulla mia difficoltà ad esprimermi, sforzandomi di camminare su un paio di gambe che ancora non vedo ma spero di avere nonostante tutto, è perché c’è una sola cosa che mi spaventa più di questa bestia… ed è la paura di fallire, e perdere ciò che questo posto e le persone che lo frequentano per me rappresentano.
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