Discussione: Nutrizione del bambino
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Vecchio 10-11-2006, 15.46.22   #2
Sole
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Nei Monasteri si mangiava nutrendosi di cibo e letture sacre; un oratore leggeva un passo sacro mentre gli altri mangiavano, nutrendosi di cibo ed impressioni.
Spesso nn si digeriscono certi pasti se si litiga mentre si mangia o se si discute di cose che ci coinvolgono emozionalmente.. e questo solo a livello individuale.
Un bambino che è stato "covato"... all'interno della pancia materna credo che abbia un filo diretto con lei finchè il cordone non si taglia (se mai si taglia). Ogni sensazione viene trasferita nel latte e poi nel cucinare i cibi che si assumono ecc ecc ...
Questo modo di dire, "nutrirsi di impressioni e/o emozioni" esterne a noi è illuminante perchè rende chiaramente come esse possano generare le fondamenta della sopravvivenza. Ci strutturiamo attraverso la famiglia e da essa ci "inventiamo" le emozioni.
Riferendolo sempre al cibo, noi ci nutriamo per abitudine e consuetudine della cucina del nostro paese di origine. Conosciamo solo quello, facciamo l'esperienza solo di quello e riteniamo che solo quello sia l'unico nutrimento che possa farci sopravviere. Così le emozioni nelle quali siamo abituati a crescere ci strutturano in maniera tale da non farci neppure porre il problema che si possa re-agire a qualcosa in maniera diversa rispetto alla nostra crescita. Ma nn è solo la mamma che ci nutre ma anche il padre. Se è vero che che la mamma possa essere inizialemte un vincolo più forte, quando ci si riunisce a tavola allo stesso modo viene trasferito su quel cibo (che diventa un veicolo) lo stesso sistema della mamma. Nutrimento/impressioni.
Bene, come se ne esce? Qualcosa è già prendere coscienza che re-agiamo per imitazione di un vissuto conosciuto che ci dà sicurezza (falsa) piuttosto che manifestare (rischiando) ciò che abbiamo dentro.

Ultima modifica di Sole : 10-11-2006 alle ore 15.49.58.
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