Discussione: Elaborare un lutto
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Vecchio 03-05-2010, 10.42.04   #10
griselda
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Il dolore lo definirei più psichico che mentale.

Al di là di questo, non so cosa intendi per "metabolizzare il dolore". Il lutto è sistemato quando, per così dire, abbiamo ritrovato un equilibrio anche senza quell'oggetto che abbiamo perso, che poi è sempre la relazione che avevamo con quell'oggetto (si dice "oggetto d'amore"). In realtà non è mai l'equilibrio che avevamo prima, ma sempre un equilibrio migliore, più stabile, se l'elaborazione è andata a termine. Purtroppo di solito, magari inconsapevolmente, ci si accontenta di un equilibrio piuttosto precario e inferiore a quello di prima, magari carico di piccole depressioni, nostalgie e quant'altro.
Ma era per dire che una perdita non ci lascia mai come prima, dopo dobbiamo diventare il noi senza quella cosa ma dopo averla avuta, quindi più forti, o comunque con quell'esperienza metabolizzata, dove per eseprienza intendo tutta la relazione, dato che è finita.
Qui si che ci sta il metabolizzare, riguardo a tutta l'esperienza. Ci sta anche col dolore, dato che anch'esso è un'esperienza, ma per quanto riguarda il lutto ne rappresenta solo una fase, appunto l'aver avuto dolore per quella perdita.

Una certa psicologia distingue alcune fasi del processo, dando loro dei nomi. Questa distinzione, in caso ne parliamo, lascia un po' il tempo che trova, pur avendo qualche utilità. La parte importante riguarda, come è intuibile, l'accettazione... che però è "solo" la base del futuro nuovo equilibrio, anche se innesca il suo instaurarsi.

Poi per carità... potevamo avere un eqilibrio instabile anche prima: Anzi, spesso è così, dato che lo perdiamo... ma, per altro conto, l'equilibrio perfetto non è cosa umana.
Per quel che riguarda la definizione di dolore mentale l'ho letta e l'ho riportata infatti non capivo perchè veniva definito così, avevo pensato per distinguerlo da quello fisico

Metabolizzare il dolore era per me relativo a tutto il processo di perdita ed integrazione del nuovo equilibrio.
In effetti per me rende meglio la perdita del partner, tipo si è rotta una storia e li d'un tratto ti ritrovi che non hai più quella persona che faceva vibrare in te quel benessere e devi imparare a fare senza, la prima volta è la più dura, ma poi impari che passa e che istintivamente o non ci pensi neppure a riprovarlo oppure non vedi l'ora di ritrovare quella sorta di benessere psicofisico, tanto bene-tanto dolore nel caso di perdita.
In pratica è un po' come per il dolore fisico quando ci si fa male. Prima il dolore poi il tempo per il risanamento della ferita che è proprio fisiologico di ricostruzione che so di pelle, carne ossa. Poi in caso se si è stati troppo fermi e il guio è stato grosso ci vuole addirittura la riabilitazione che per la psiche può equivalere alla terapia psicologica.
(Pensavo chissà se anche la psiche funziona come il corpo che quando sei giovane si ripristina prima l'equilibrio piuttosto di quando sei vecchio? io penso di sì )

Però per quanto riguada i genitori, se tu sei già andato via di casa, non ti appoggi più a loro da anni per l'affetto o comunque non ci fai conto è sempre una perdita di equilibrio la loro dipartita?
Per quanto riguarda mio padre ricordo (chiedo scusa entro un attimo nel particolare per capire meglio) che mi scioccò la sua malattia, anche perchè essendo giovane io, incontrai la possibilità dela morte per la prima volta e ne presi paura, tanco che scappai da quella paura e non volli neppure accettare la sua malattia. Non volevo vederlo malato, lui non poteva essere malato, forse perchè inconsciamente lui era ancora quello che mi aveva sempre protetto e quello che non volevo perdere era la sua protezione, il suo affetto il suo aiuto. E in ultimo la mia parte di figlia? Alla fine quando morì lo portai io all'ospedale e questo mi rimase impresso, la prima volta che avevo fatto qualcosa per lui mi ero presa la responsabilità era morto. Per molto tempo questa cosa mi è rimasta in testa, girava e rigirava poi l'ho o digerita oppure chissà dove è andata ma ho smesso di soffrire e di sentirmi in colpa.
Che poi come in tutti i rapporti che finiscono quando sono finiti si pensa a come avresti potuto fare o non fare e come l'altro avrebbe....insomma questo pensare alle varie possibilità con la persona che è passata a miglior vita se c'erano dei conflitti ci si sente un po' in colpa ma perchè ci si dimentica del perchè. Non vivendo più con quella persona accanto rimaniamo solo noi e questo spesso ci sbilancia. Altre volte credo possa liberare.
In ogni caso non è mai indolore.

Mentre per mia madre, in quel periodo sono successe tante cose e troppo in fretta, che mi chiedevo se effettivamente non ho ascoltato bene e mi sono persa qualche passaggio. Ricordo che una persona che frequentava casa mia mi disse che l'avevo presa (avevo scritto persa) bene ed io mi chiesi perchè come mi sarei dovuta comportare?
Di quel periodo ricordo la malattia a sorpresa e in un anno ho avuto tre perdite (diverse) una dietro l'altra, una più pesante dell'altra e sono andata solo in depressione dico ora vabbeh mi trema tutta la testa ma sono viva vah

Ma al di là di tutto questo l'anno scorso ho visto come faccio davanti al dolore: cerco di risovere e trovare l'equilibrio in quattro e quattr'otto, in soldino scopo tutto sotto il tappeto perchè non reggo di essere arrabbiata, triste, dolorante, infelice. Non accetto in soldoni di essere imperfetta e cattiva.
Questo è quello che ci insegnano, tu non pui provare questi sentimenti per più di cinque minuti altrimenti chi ti sta vicino o si identifica o essendo bambino si spaventa e tu devi smetterla subito, non ti permettono di stare male. DEVI FARTI FORZA è la parola magica oppure dai dai che tutto passa e va, che vuol dire fattela passare subito che mi da fastidio. E altre cose di questo genere che ti impediscono l'ter normale che invece questa volta ho vissuto.
Ho fatto come i bambini che si sfogano, dicendo tutto quello che pensavo provavo sentivo urlato, pianto, vomitato ( scusate) ma poi è passata. Non mi ritorna più in continuazione in mente ad ogni momento con la stessa veemenza di prima e riesco ad avere la forza di non farmi portare via)
Allora mi domando dovremmo avere per ogni perdita del tempo per sfogarci, per far maturare il nuovo equlibrio e non dover fare tutto di corsa perchè a qualcuno da fastidio.
Così a me pare.
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