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Vecchio 07-07-2009, 12.14.49   #9
RedWitch
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
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Un altro pericolo, per coloro che non hanno un contatto stabile con le proprie esigenze, insomma che si conoscono poco, è la proiezione. Ossia iniziano a fare confusione tra le esigenze dell'ambiente e le esigenze proprie. Scambiano per esterne esigenze che in realtà sono interne... un esempio banale e comico, se vogliamo innocuo a questo livello, è il classico ho freddo quindi mettiti il maglione.
Faresti qualche altro esempio sul pratico? la cosa del maglione si riflette sull'altro (anche l'altro è considerato "ambiente"?), ma per esempio acquistare cose per la casa inutili, avere la mania della pulizia o chissà che altro se portati all'eccesso sono tutte mancanze interne che cerchiamo di colmare?

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Da questo sorge una domanda interessante: quale è il confine tra controllo e prendersi cura?
Ecco questo è interessante.. ed applicabile anche alle persone che ci stanno vicine ... un conto è prendersi cura delle persone che amiamo, un conto è cercare di possederle (tu hai usato sopra nell'esempio madre divoratrice che rende bene..) e cercare di esercitare un controllo.. come riconoscere quando si sfora, quando si passa dal prendersi cura al controllo? io per adesso l'unica cosa che riesco a fare (andando per tentativi e cercando di osservare) è modificare man mano quando mi accorgo che qualcosa mi irrita, o semplicemente mi infastidisce. Un esempio banale di quel che dicevo sopra sulle pulizie della casa, a volte mio marito si offre di pulire il pavimento del bagno, ma senza aver prima pulito i sanitari (sacrilegio ), a me proprio da noia sta cosa, perchè la trovo inutile (o tutto o niente), in realtà è solo una mia costruzione mentale il fatto che si debba per forza pulire prima i sanitari e poi il pavimento.. ho provato a lasciarglielo fare e la casa non è "saltata per aria". Insomma vado per tentativi, ma esiste un modo per accorgersi quando si sta superando il limite cura/controllo?



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L'interscambiabilità di ruoli, senza autoconoscenza, è sempre surrogato. Ossia il maschio che riveste un ruolo femminile è sempre un vice, una riserva, sarà un po' peggio del titolare... e viceversa per la donna nel ruolo maschile.

Questo spiega il perchè le donne facciano tanta fatica ad integrarsi in ruoli lavorativi tipicamente maschili e viceversa..al di là di quel che appare da fuori ...



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Invece ognuno impegnato in una ricerca personale prima o poi deve esplorare il suo lato opposto. Questo non significa che l'uomo deve stirare o la donna fare lo scaricatore sennò non si conosceranno (anche se male non fa), significa che vanno esplorate le tendenze opposte, latenti... che poi è l'unico modo per finalmente capire questo opposto universo.

Questo passaggio non mi è chiaro del tutto.. credo dipenda dal fatto che fatico a vedere il mio maschile, almeno in parte.. riusciresti a fare un esempio concreto?
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