Discussione: nascita
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Vecchio 25-12-2008, 00.10.16   #1
dafne
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Predefinito nascita

Mai come in questa notte sento vicino il mistero della nascita, per quanto io possa aver smarrito il sentiero che mi porta in chiesa,per quanto la stanchezza la vechiaia abbiano messo kilometri tra me e questo avvenimento stasera sono qui a pensare.
A pensare a quanto ci sia di vero nella frase che nascita e morte fanno parte dello stesso cerchio...ma molto poco filosoficamente il mio pensiero si sofferma sui miei bambini, complice un film carino sulla gravidanza adolescenziale ( "Juno" per la precisione, carino davvero).
Un pensiero si affaccia, ma io me li ricordo i miei cuccioli appena nati?

Il dolore è stato forte ritrovando la nebbia a pararsi davanti come un muro, ma per la verità è proprio di nebbia che si tratta, non è un muro di mattoni e calce.
E per quanto tornare ai primi momenti, ai primi cambi, ai pianti alle manine minuscole sia difficile mi rendo conto che c'è stato, che è davvero successo...

Qualcosa blocca i miei ricordi sfumanfoli come sogni...
Che cosa distingue il sogno dalla realtà? Mi risulta sempre difficile trovare un barlume di risposta ma mentre torno alla sensazione della minuscola e fragile testina nella mia mano, alle dita che si serravano attorno al mio indice e a tante piccole cose che credevo perdute per sempre o mai vissute ecco che il mistero della nascita mi riavvolge e mi lascia come allora esterefatta.

Per emergere qualcosa qualcos'altro deve scomparire, per nascere-per analogia-qualcosa deve morire.
Esiste un bellissimo libro intitolato appunto "nascita di una madre", perchè difficilmente madri si nasce.

Sospetto, nel mio caso, che la nascita sia arrivata ma che quel qualcosa che doveva morire (la figlia?) non se ne sia andato e che quel qualcosa che doveva scomparire e lasciare spazio ed energie buone oggi stia succhiando ancora, come a un biberon, qualcosa che di fatto non gli apparterrebbe.

Questa sera per la prima volta ho accolto in pieno il mio desiderio di essere madre, per quanto quell'accidenti di qualcosa si sforzi e cerchi ancora di fare resistenza, e mentre l'attrito cresce, semplicemente...ma non è mai semplicemente...resto ad ascoltare.

Una madre bambina.

Ma ogni cosa nasce per poi morire e forse si avvicina il tempo definitivo anche per quel qualcosa di andarsene via.
Di buono c'è che mi rimarrà l'esperienza, le sensazioni e le emozioni e la frustrazione vissute mi danno modo di capire un pochino di più l'essere umano.
Un pò come allenare l'orecchio ai tanti strumenti musicali e riuscire poi a riconoscerli in una sinfonia.
Non so a cosa e se mi servirà ma anche questa è esperienza. Questo pensiero mi consola.

Sono una madre. Una mamma.
E forse se smettessi di dirmi che non sono la madre che avrei dovuto essere dicendomi che non sono la madre che avrei voluto essere forse sarebbe più facile.
Mentre quel qualcosa ghigna e mi sfotte, perchè sono piccola, infantile, inaffidabile,capricciosa ecc ecc ecc mi capita di pensare che non è così, o meglio, che è anche così.

Hai proprio ragione Ray, un anche dà un ampio respiro, concede la possibilità ad altro di esistere, di affacciarsi e a volte anche convivere. Perchè non posso negare ciò che sono stata, fà comunque parte del mio esistere.

Chissà se il miracolo della nascita si affaccerà ancora alla mia porta, penso di si, nascita nuova dentro e chissà magari un giorno una nascita nuova fuori.
Perchè non dovrei candidamente ammettere che il pensiero di essere madre ancora mi fà arrossire di piacere?
..con un pò più di testa però stavolta e anche con più cuore.

Semplicemente(se può esserlo), questa cosa mi piace.

Di sicuro stanotte è nata una nuova conspevolezza, un nuovo desiderio, il desiderio di aiutarmi a crescere. Diventare più grande ...e non più larga

felice Natale gente
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