Discussione: La legge dei simili
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Vecchio 20-03-2007, 23.50.37   #6
Ray
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Non so se conoscete quel giochino, io lo chiamavo tricche-tracche, si tratta di due magneti polarizzati a forma di confetti solo più regolari, come delle gocce. Come se fossero delle sfere che sono state allungate tirandole per due poli.

In queste gocce le cariche si distribuiscono in modo che le pance si attaccano e le punte si respingono. Il che fa si, se ci giocate un po' con la dovuta cautela si vede bene, che se io piazzo un magnete fermo e vi avvicino pian piano l'altro portando la pancia versdo la punta di quello fermo, quello fermo ruoterà per potersi attaccare a quello che si avvicina.

Il principio di cui si parlava è molto simile a mio avviso. Quando un corpo (in senso ampio) si carica in un certo modo, per azione interna od esterna che sia, questa carica è una reazione ad uno stimolo che gli imprimerà una "posizione", che poi è una rotazione, particolare che può non accordarsi (accordo come quello musicale, sarebbe da esplorare sto collegamento, soprattutto su come una nota fa risuonare la sua quinta) col resto perchè continua a subire quello stimolo.

Quindi se io introduco uno stimolo adeguato, la giusta polarizzazione che poi corrisponde al giusto "verso" ottengo più che altro un movimento e con esso innesco un meccanismo. Qui parliamo di movimenti rotatori e di versi di rotazione e l'esempio che ho portato è banalizzato, spero che si capisca.
Innescando quel meccanismo è possibile che inducendo un certo movimento/rotazione che superi lo stimolo che l'aveva modificata, se tengo fermo lo stimolo nuovo, riesco a scacciare quello che ha squilibrato il tutto.

Se si guarda devo usare uno stimolo simile a quello che voglio scacciare, che è quello che ha fatto "ruotare al contrario" il "corpo", quindi anche il mio sarà contrario e scaccerà il contrario. Tutto ciò per cercare di chiarire almeno un po' il linguaggio di Campanella... resta il problema del dentro e del fuori ma bon, un po' alla volta.
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