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Vecchio 09-01-2009, 03.36.02   #30
jezebelius
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2. Acquieta l'eccessivo desiderio di imparare, poichè ci si trova grande distrazione ed inganno. Coloro che sanno han caro di apparire dotti e di venire detti sapienti.

Ci sono molte cose, che il saperle giova poco o nulla all'anima. Ed è un gran sciocco colui il quale si protende maggiormente verso certe cose che a quelle che servono per la sua salvezza. Le molte parole non saziano l'anima, ma la vita buona da sollievo5 alla mente, e la pura coscienza assicura una grande confidenza6 con Dio.

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Originalmente inviato da filoumenanike Visualizza messaggio

ho ripreso queste frasi dal testo perchè mi inquietano...l'umanità dovrebbe sopire il desiderio di conoscenza per non essere distratta o indotta in errore! dunque lo studio del mondo, l'osservazione dell'universo, l'analisi filosofica sono distrazioni ingannevoli...concetto che non riesco a far mio, l'ignoranza, nel suo significato primario.. etimologico, è quella che induce gli esseri umani a sbagliare a cadere vittime di potenti sopraffattori, di manipolatori delle menti, gesù non può aver detto questo, gesù ha detto siate umili, non inorgoglitevi del vostro sapere perchè è poca cosa rispetto a quanto non sapete, siate umili ma consapevoli, non ci ha esortato a vivere nell'ignoranza, dovremmo dire, come un poeta di cui non ricordo il nome, beate le oche che non sanno perchè vivono e sono felici della loro condizione perchè incoscienti, beati gli animali che non hanno consapevolezza del dolore e dunque soffrono meno di noi! eppure tutti, anche noi qui nel forum, siamo alla ricerca del sapere, il desiderio di scoprire nuovi orizzonti è il sale della vita e quando non riusciamo a darci risposte convincenti ci sentiamo infinitamente poveri e frustrati.
la paura di essere giudicata non mi può limitare, consapevolmente accetto di essere giudicata nè mi erigo a livello di dio, sono un essere umano sperduto in mezzo a questo grande mistero che mi avvolge e mi risucchia e non posso neppure pensare! mi sembra di leggere i miti greci dove la superbia degli uomini veniva punita duramente dagli dei gelosi!
mi sento quasi di diventare superba, queste parole mi danno quasi lo sprone a cercare più a fondo, esisto so di esistere e non so perchè esisto e non devo nemmeno ragionare, studiare, devo restare ignorante...ma perchè, quale è il peccato, che cosa è il peccato ? oh dio quale confusione, sono disorientata, è una parte della religione che rifiuto e credo fermamente nella manipolazione di questi parole, di certo non così affermate da gesù.
Io credo che ci si può leggere qualsiasi cosa, se dalle nostre certezze ci si fa, come dire, guidare.
Intendo dire che forse ciò a cui attribuiamo un peso, come ciò che conosciamo e abbiamo conosciuto fino ad ora poiché parte ormai stabile, fortificata del nostro apparato, da questo, forse, bisogna allontanarsi un po.
E' ovvio che a questo punto si potrebbe fare molta resistenza, percepire confusione o anche attrito nel cercare altro perché quel che sappiamo, quel che diamo per assodato, da un certo punto di vista ci completa.

Ma aggiungo che anche altri significati si possono trovare a questo passo come del resto agli altri.
Uno fra questi, secondo me, vuole essere un monito ed un indirizzo a far bene.
Non credo che si parli di " sapere " vuoto ciò che, in definitiva, attribuisce il titolo di " dottore". Molti, per portarla al giorno d'oggi, si vantano di possedere un titolo quando invece da un lato non sono, appunto, dotti ossia non conoscono la dottrina ma si vantano, dall'altro, solo di quel titolo che potrebbe dare loro un riconoscimento. Danno peso, come dire, alla forma più che alla sostanza.
Si parla di una sapienza che peraltro non esclude quello che tu presumi sia escluso o da escludere. Anzi, neanche parla di essere indotti in errore dal mio punto di vista ma, all'opposto, parla di " distrazione ed inganno".
Peraltro, ancora, proseguendo il monito nella parte sottolineata, ci dice pure cosa fare per avvicinarci alla Sostanza.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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