Citazione:
Originalmente inviato da Uno
Comunque trasformare non è la parola giusta, il nero c'è (sia individualmente che collettivamente) e rimane in una certa quantità di li non si scappa. Diciamo che si può lavorare sull'attrazione a cui noi o altri (roba da Santi e Maestri ricordiamolo ancora) siamo soggetti.
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Trasformare noi stessi allora, effettivamente rende meglio. Nell'opera al nero, con la putrefazione, si separano gli elementi, se ne estraggono i principii, e poi ci si accinge a riunirli in una nuova forma, più durevole e dalle possibilità di gran lunga superiori (capacità di pensare in qualsiasi momento ad esempio), anche se la totale vittoria sul nero non arriva che alla fine del Rosso, a opera compiuta, fino ad allora il nero potrà sempre dire la sua..
Il Nero è la forza che spinge alla totale materializzazione, il cadavere perde l'acqua, gli umori, qualsiasi fluido vitale, e si indurisce nella rigidità cadaverica, fino a diventare un corpo talmente friabile che il vento lo disperde nel creato. E' la purgazione, ciò che permette ai fluidi vitali di uscire, e successivamente, di rientrare in nuova forma, sempre se questo avviene dentro la bolla..