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Vecchio 06-05-2007, 01.00.39   #8
Shanti
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AFRICA

Il mito dei Dogon

In principio Dio creò il granello più piccolo dell’universo, un chicco di fonio, l’antico cereale africano. Il “chicco del mondo”, animato da un moto turbinoso, esplose diventando l’uovo del mondo che conteneva in sé i quattro elementi: aria acqua fuoco e terra. Dio tracciò sull’uovo il piano del mondo, con la saliva aggiunse la parola. Dentro il guscio dell’uovo primigenio si trovavano due coppie di pesci, che divennero due coppie di gemelli. L’uovo maturò lentamente, come un bambino nel ventre di una donna, e alla fine ne uscì un piccolo solo nato prematuro, che si chiamava Ogo. Il neonato prematuro strappò un pezzo di placenta, lo fece cadere e quello diventò la Terra. Poi Ogo andò nella Terra per cercare la sua gemella Yasigui, convinto che fosse nata insieme a lui. Piantò il granello di fonio nella terra imbevuta del sangue della placenta, ma non trovò la sua gemella perché Dio l’aveva custodita nel resto dell’uovo. Ogo sporcando il grano del mondo con il sangue impuro aveva contaminato il cibo sulla terra, allora Dio lo trasformò in Volpe chiara, responsabile dei mali dell’universo. Quindi per rimediare al danno Dio sacrificò uno dei gemelli rimanenti tagliandolo in sessantasei pezzi, dai quali ricavò una figura umana servendosi della placenta per portare a termine la sua opera. Quello fu il primo uomo, si chiamava Nommo, che significa “far bere”. Nommo diventò il signore della parola e dell’acqua, e generò quattro coppi di gemelli.
Infine Dio mandò sulla terra, ormai resa impura da Volpe chiara, le quattro coppie di gemelli, e le mise ai quattro angoli di un’arca fabbricata riunendo la loro placenta. Il Sole si mise in moto e illuminò la terra così purificata. L’incubo della creazione mancata si dissolse perché, secondo i calcoli divini, i gemelli si moltiplicarono, ma sempre due alla volta
Non per molto comunque: sulla prima creazione pesava ancora l’impurità del fonio arrossato dal sangue della placenta maledetta. Il quarto giorno, durante l’eclissi di sole, Yasigui la gemella perduta comparve sulla terra sottoforma di donna.
Yasigui sposò uno dei gemelli e gli fece mangiare a tradimento il granello del fonio insanguinato. Era necessario sacrificare il marito per purificare il terreno. Dopo questo sacrificio l’umanità perse il dono delle nascite gemelle, le donne incinte diedero alla luce figli unici.
In ricordo di questo sogno svanito ogni individuo è composto di un solo corpo ma di due anime gemelle. Una dà vita al corpo: se è un ragazzo è l’anima maschile, se è una ragazza è quella femminile. Ma l’anima gemella non resta mai lontana dal corpo: in fondo a un mare sorvegliato da Nommo, l’avo resuscitato, l’anima femminile protegge quella maschile nel corpo del ragazzo, mentre l’anima maschile protegge quella femminile nel corpo della ragazza. Ognuna guida segretamente l’altra metà dell’anima… Infatti tutti gli esseri umani discendono dal Nommo primordiale, sacrificato e resuscitato sotto forma di coppie di gemelli, maschio e femmina.
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