Discussione: Il blog
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Vecchio 19-02-2009, 01.39.40   #13
jezebelius
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In fondo, come è stato detto, non ci vedrei soltanto una parte negativa nell'utilizzare un " proprio" - si fa per dire - spazio.
C'è anche da considerare la possibilità di scambi reciproci che, come ho detto, non sono da escludere.
Quello che invece mi viene di mettere in risalto, se per un verso c'è esiste quella voglia di staccarsi, per così dire, dal quotidiano approcciando il virtuale collegandosi con chiunque nello stesso momento e spesso chi legge, come ha detto Gris, ci è più o meno affine o quasi in risonanza se vogliamo. Per altro verso però c'è quel lato " negativo". " Negativo" che potrebbe essere espressione non di una regressione, secondo me, ma di quella parte che è talmente, da un lato compressa dalla società e dai suoi canoni, che dall'altro deve trovare necessariamente una valvola di sfogo, del tipo: ho il blog perchè "non posso o non mi è consentito nella vita reale parlare di determinate cose" o anche "non ho nessuno con cui parlarne poiché quello che vorrei comunicare non può essere capito", oppure " nessuno può capirmi" etc etc.
Tutte situazioni più o meno simili che testimoniano una mancanza ma anche una tipico comportamento che di solito si nota nella fase adolescenziale ossia uan fase della crescita.
Con questo non voglio dire che per avere un blog bisogna essere fantomatici in tutto, dico soltanto che il caratterere di una persona e quel che vuole comunicare - quindi anche come si sente - passa, se l'ha, attraverso il blog, talvolta costruito con immagini luminose, dolci, abbaglianti e così via...e non c'entra nulla con l'età del blogger!
Quel bambino, quella parte è rimasta li " bloggata" ( ).
Non nego che ci sia o possa essere, di fondo, una voglia di comunicare ma, certo, di questa dal mio punto di vista bisogna guardare il come viene costruita.
Se è per l'appunto una valvola di sfogo allora la rete offre questo tipo di occasioni. Second Life è anche, se non proprio identica alla realtà del blog, un luogo che si avvicina a questo modo di evadere dal reale.
Dopo o forse prima, secondo me, va considerato quel volerci essere " prolungandosi" nel virtuale talvolta nell'attaccamento morboso quasi, che abbiamo col pc in cui si concreta la proiezione della nostra immagine: non ciò che siamo ma ciò che vorremmo essere, spesso fermi ma è meglio che non si sappia in giro...nel reale!
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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