Discussione: l'emigrante
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Vecchio 22-11-2010, 15.46.03   #26
dafne
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E oggi è stato.

Quando è arrivato lo stupore ha invaso il viso dei miei pargoli, perchè tanto minaccio solo io (me l'ha detto in faccia il grande un'oretta prima) ho contenuto il moto del "visto?!?" e ho cercato di mantenermi in una posizione di quiete.
Ho controllato l'isterica che voleva spiattellare in 5 secondi tutte le parolacce, le cose rotte, i compiti saltati i brutti voti del grande.
Ho contenuto la fifona che voleva a tutti i costi fare le lacrimucce e convincere il marito che in fondo non era tutta colpa del grande...
Robe da non credere a guardare adesso.

Quando il parande ha capito che non si scherzava è andato in apnico, pianti e promesse, ma contenuto vicino al padre di cui ha paura. Quando l'ha realizzato il piccolo che non stavamo scherzando è esploso in pianto disperato aggrappandosi a me per convincermi.

Li ho capito che non potevamo tirarla troppo per le lunghe, ero consapevole che da lì a poco il mio lago si sarebbe increspato troppo e sarebbe stato un disastro.

Ho detto molto semplicemente che erano stati avvisati più volte e che comunque andava via col papà non con uno sconosciuto. Che papà era lì perchè gli voleva bene e non per punirlo o fargli del male.

Era uno stato che adesso, cercando di razionalizzare, pare strano. Non ero nè contenta nè dispiaciuta...certo, entrambe le cose vivevano nella situazione, ero contenta che la situazione si fosse sbloccata (in che modo vedremo poi) e dispiaciuta che dovesse stare male, ma non ero in nessuno dei due stati.

Poi comunque era il padre e non uno sconosciuto, forse da soli riusciranno a comprendersi in qualche modo, senza che ci sia il piccolino sempre in mezzo.

Il piccolo.

Quello è stato il secondo round. Mi sono resa conto facendo salire in macchina il grande (l'ho abbracciato più volte, volevo che sentisse che non lo stavo rifiutando, che rifiutavo il suo atteggiamento non la sua persona) che quello che restava era sconvolto quasi più di lui.

Ho lasciato che sfogasse il suo dolore evitando di stargli troppo addosso (vuoi un the? una coiccola? una caramella.....naaaaaa) e non facendomi prendere dal desiderio di respingerlo mentre piangeva e s'icavolava con me perchè ho visto che era solo la mia incapacità a gestire la sua frustrazione a generare la repulsione.

Gli sono stata intorno, continuando a fare le cose di prima come rifare i letti facendo però ripetuti passaggi vicino al divano dove si era rifugiato. Poi piano piano mi ha cercato e ci sono stata e me ne sono andata quando sfiammava. Insomma, come un'onda, gli sono stata vicina e basta.

Mi stava partendo la predica stile "te l'avevo detto" di nuovo ma ho realizzato che erano solo recriminazioni che in quel momento non servivano.E che non avrebbe capito.

Stava male e aveva tutti i diritti di stare male, anche se la situazione l'aveva in parte creata lui, dovevo dargli modo di esprimere quello che sentiva.
L'ho fermato decisa solo quando ha preso una forbice per tagliare un cuscino che avevo deciso di buttar via.

Adesso è più tranquillo, sò bene che ho appena iniziato e che dovrò cercare di restare il più possibile o il più spesso nella posizione neutrale in cui ero e sono anche adesso.

Il margine d'errore c'è e ci sarà sempre ma oggi ho fatto quello che ritenevo giusto e mentre osservavo le parti di me in conflitto mi sono resa conto (dopo eh, durante ho solo agito stò rielaborando adesso) che entrambe erano importanti, eccessive ma importanti, solo conoscendole ho potuto usarle, restando razionalmente distaccata dal grande che mi stava manipolando ed emotivamente vicina al piccolo che stava sfogando. Uno andava arginato l'altro accolto.
E' una bella sensazione, cercherò di ricordarmela per tutte le volte che mi ci troverò (cioè sempre ).

Adesso è iniziato un nuovo passaggio, sono fiduciosa di poter effettuare i passi necessari, anche cadendo, e cadrò molto, ma ho trovato un posto al di fuori dell'uragano che è,anche se lo sapevo e non ci volevo credere, proprio al centro.

Chissà che il mio cavaliere non stia riuscendo a infondermi vero coraggio
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