Discussione: l'emigrante
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Vecchio 29-11-2010, 14.57.54   #35
dafne
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Molti tuoi thread, Dafne, partono in varie maniere ma poi alla fine tornano sui figli. Questo è normale, è un argomento che ti sta a cuore e qualcosa che non riesci a sistemare, quello che non è normale, anzi diciamo non produttivo, è il modo con cui ti tormenti senza però prendere in mano realmente la situazione.

Proverò ad elencarti un paio di punti che tu hai visto, più o meno, ma che eviti di guardare.

Il lavoro su di te è una cosa indipendente da tutto e da tutti, la relazione con gli altri (figli compresi) è una conseguenza di ciò che sei, non il contrario.

Un figlio è (dovrebbe essere) la destinazione dell'amore incondizionato di genitore, non è un amico, non è alla pari finchè non diventa adulto e il genitore è adulto . Un figlio va educato finchè non diventa indipendente, quando lo diventa va aiutato solo su richiesta e se non chiede va lasciato libero di non chiedere (ma questo per te è ancora presto, lo scrivo per altri).
Ci sono errori che devi lasciar fare ad un ragazzo di 20 anni ed errori che devi lasciar fare ad un ragazzino di 15, errori per un bambino di 10 etc...
Se, in nome di una libertà, modernità o che altro, lasci fare ad bambino di 5 anni errori che sono da lasciar fare ad un ragazzino di 15, lo rovini... lo bruci. A volte in maniera lieve, a volte in maniera pesante.

Che tu abbia mandato via tuo figlio per una settimana non è servito a nulla. Poteva essere l'occasione per ricaricarti ed essere ora più forte, ma se ti preoccupi dei musi che ti tiene per ottenere quello che vuole....

Scusa la franchezza, ma sarebbe inutile che ci andassi più leggero

Colgo quest'occasione che mi dai Uno.
Parliamoci chiaro, sono una molliccia.
Il che non significa che ci provo gusto o che sia insensibile al male che mi provoco ma mi sono ripiegata su me stessa.
Fine giustificazione.

Ora, per quanto possa essere imbarazzante ammetterlo è verissimo, se ci vai leggero non serve a nulla.
Mi arriva, sposto la cosa e continuo tranquilla con solo un pò di disagio indescrivibile.

Se ci vai giù diretto invece mi chiudo a riccio, mi offendo, mi sento tradita da chissàcchè ecc ecc
Capita però che la cosa è arrivata in fondo e poco poco alla volta torna sù e inizio a digerirla.

Con mio figlio ho alzato un muro. Ho persino pensato che lasciare che lui facesse quello che gli pare fosse un modo per giustificare anche me stessa. Non sono insensibile di fronte al suo doilore ma ogni volta che mi protendo verso di lui c'è qualcosa che mi tira indietro.

Lui deve fare come dico io! Ma mi devo incacchiare per tirar fuori la spina dorsale, e allora ciccia all'amore incondizionato.

Questo è. Non ho spina dorsale, non ho attributi. Perchè chi usa le mani per far eseguire i suoi ordini è un vigliacco comunque, anche se il risultato finale và a suo favore.

Mi sento così, o ameba o frusta. Non risolvo nulla. Nè in me nè con lui e questo mi condiziona in tutto anche nella ricerca mia personale.

Non arrivo mai alla fine, non vivo mai le cose fino in fondo, neanche l'odio per cui se può essere che dirmi le cose fuori dai denti in modo anche brutale può essere un modo di svegliarmi preferisco la sberla alla carezza.

Poi lo sò che non resisto a detestare davvero per molto, soprattutto quando capisco che la sberla che ho preso aveva un suo perchè. Quindi grazie per non esserci andato leggero...ma neanche lontanamente pesante
Lo intuisco che se vedessi scritto davvero cos'è o come o dove sbaglio ne avrei un rifiuto totale.
Ma qualcuno diceva che ci toccano in sorte solo croci che possiamo portare...allora da qualche parte la forza per ricostruire stà spina dorsale dovò pur averla.

Detto questo prendo uno scudo per la parte più vera di quello che sono e mi apro a quello che arriverà, se arriverà. Mi voglio arrabbiare pe qualcosa che serva stavolta, per favore.
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